Mi chiamo Manuela, ho 27 e due splendidi figli di nove e due anni, un marito altrettanto adorabile e sono diventata mamma per la prima volta a 18 anni, il giorno dopo il mio matrimonio ben nove anni fa. Una gravidanza fantastica, che auguro a tutte le donne.
Arriva il giorno del parto e nasce il mio tesoro. Tutto bene, apparentemente. Almeno sembra così.
Arriva il momento dell'allattamento e il mio bimbo non si attacca al seno, non ne capivamo il motivo visto che il latte c'era, cediamo al biberon perché lui poverino strillava dalla fame. Ma anche con il biberon vediamo che fa molta fatica a succhiare. Eravamo arrivati già al terzo giorno di degenza e arriva l'ora di tornare a casa, ma non volevo andarmene perché sentivo che c'era qualcosa che non andava. Così ci hanno tenuto un giorno in più per capire perché il bambino non mangiava bene...
Arriva finalmente un medico angelo che intuisce ciò che il bambino potrebbe avere, lo portano in pediatria e finalmente si scopre che era affetto da palatoschisi del palato molle, in sostanza il suo palato era leggermente aperto, non presentava labbro leporino, quindi da subito non si è potuto immaginare che il palato fosse così.
Immaginate la nostra disperazione non sapendo all'inizio di cosa si trattasse. Ci hanno chiamato in pediatria per spiegarci passo passo a cosa il mio bambino sarebbe andato incontro, e lì, nonostante la tanta preoccupazione, abbiamo capito che era una cosa abbastanza superabile rispetto a molte altre patologie ben più gravi.
A mio figlio viene applicata una placchetta provvisoria in modo da rendere più facile la suzione, ma purtroppo niente seno. Ho tolto il mio latte finché l'ho avuto e dato con il biberon. Poi siamo passati al latte artificiale.
Mi è dispiaciuto tanto, ma la cosa importante era che mio figlio mangiasse e crescesse bene.
Arriviamo al giorno dell'intervento, eravamo ricoverati a Roma e noi siamo sardi quindi tre giorni prima dell'intervento partiamo alla volta di Roma.
Il giorno prima dell'operazione, il bimbo si prende una brutta febbre e annessa influenza. Niente intervento ovviamente, abbiamo aspettato tre giorni che passasse, ma niente, quindi ci hanno rimandato a casa programmando una nuova data per l'intervento.
Di nuovo a casa in Sardegna. Curiamo il piccolo e aspettiamo che guarisca bene e ripartiamo alla volta di Roma.
Ibimbo aveva cinque mesi e viene finalmente operato. Due ore e mezza di preoccupazione, ma sapevamo che il nostro bimbo era in buone mani.
Ricordo ancora benissimo quando è uscito dalla sala operatoria, aveva i gomiti bloccati con dei rotoli di cartone in modo che non si mettesse le mani in bocca. E' rimasto così per due giorni e gli davo da bere un po' di latte piano piano con il cucchiaino, ma lui poverino così non riusciva a berlo. Insomma, dopo tre giorni gli è stato dato di nuovo il biberon, la sua gioia finalmente.
Sono passati nove anni da quel giorno, ogni anno andiamo a Roma a fare i controlli del caso, lui fa logopedia ma grazie a Dio ha un ottimo linguaggio e pochissima voce nasale. Al'inizio è stata dura, ma piano piano si hanno dei buonissimi risultati.
Due anni fa ho avuto un altro maschietto, la nostra seconda gioia. Appena nato la prima cosa che ho fatto fare ai medici è stata di aprirgli la bocca e controllare che fosse tutto ok, data la preoccupazione la prima volta.
Il bimbo è nato sano come un pesciolino, i miei tesori si amano alla follia e il grande difende sempre il suo fratellino, non è mai stato geloso di lui.
Ho voluto raccontare la mia storia perché la palatoschisi fortunatamente ha una bassa percentuale, ma tuttora non ha una spiegazione medica, in sostanza non si capisce il perché molti bambini ne siano affetti.
Come dico sempre io all'inizio è dura ma ce la si fa.
di mamma Manu
(storia arrivata come messaggio privato sulla pagina facebook di nostrofiglio.it)