Ciao mamme mi chiamo Francesca e sono la mamma di una piccola guerriera.
Inizia tutto il 6 ottobre del 2008. Ero in giro per compere quando iniziano i primi dolori, ma non feci molto caso in quanto ero di 26 settimane e pensavo che fossero normali.
Ritorno a casa, mi riposo, ma mi sveglio urlando dai dolori... vado al pronto soccorso. Tre ore per essere visitata... ma alla fine mi dicono: "Signora, lei sta per partorire".
"Cosa??? E' impossibile, sono di 26 settimane".
Vengo ricoverata d'urgenza e avvisano la terapia intensiva neonatale.
Mi fanno le flebo per bloccare contrazioni e quella è stata la notte più lunga, non passava più. Passo un altro giorno immobile nel letto e nessun movimento.
Arriva l'8 marzo. Per tutta la mattina faccio visite, ecografie, monitoraggio e altro ancora. Alla sera, finite le visite, la mia compagna di stanza mi ha detto: "Guardiamo un po' di tele così non pensiamo". Ma io inizio a sentire un caldo e mi sentivo tutta bagnata.
Esclamo alla mia vicina di essermi fatta la pipì addosso e che mi vergognavo. Lei mi dà un fazzolettino per pulirmi e... la sorpresa. Era rosso.
Immediatamente chiamiamo i medici da lì in poi non ho capito più niente. Ero in emorragia perciò immediatamente in sala operatoria. C'era sofferenza fetale e io stavo perdendo molto sangue. Eravamo in pericolo tutte e due.
Mi risveglio e mi dicono che la guerriera alla nascita ha pianto e respirato da sola, ma per sicurezza era stata intubata. Passano tre giorni prima che io possa alzarmi per vederla, mi portano e all'inizio è stato uno shock per me: non immaginavo che fosse così piccola e indifesa.
I giorni passano, a volte mi dicono che sta benissimo e a volte mi guardavano in faccia e mi bastava il loro sguardo per capire.
Una sera arrivo e immediatamente mi chiama la neonatologa. Mi dice di sedermi e mi dice che forse la mia piccola Noemi non avrebbe passato la notte.
Mamme, lì mi e caduto il mondo addosso. In quel momento i macchinari iniziano a suonare. Corrono tutti intorno all'incubatrice di Noemi io rimango lì a pregare.
Dopo mezz'ora mi dichiarano il decesso, ma io non volevo crederci. Ringrazio a Dio che nel frattempo arriva un altro medico e capisce...
Bene, non si è arreso, ma ha continuato a rianimarla. Le infermiere che urlavano: "Noemi, c'è un interuttore. Spegnilo e torna indietro".
Dopo dieci minuti c'era battito e ho urlato di gioia. Vi assicuro, è stato il momento più duro. Si continuava ad avere infezioni, faceva fatica a raggiungere il kg, ne ha passate tante, ma quella è stata la batosta più dura. Lì è stata intubata per una settimana e sedata. Io andavo lì tutti i giorni ed ogni giorno era dura vederla così. Da lì è stata solo in ripresa fino a che è arrivato il momento di uscire dalla casetta di vetro e andare nel lettino riscaldato.
Bene, un passo avanti.
Da lì, lettino normale e si arriva a giugno precisamente il 12 giorno. Il giorno delle dimissioni. Giorno di festa.
Questi tre mesi in Tin mi sono trovata in una grande famiglia tra nfermieri, medici e genitori. Vi preciso che tutto questo l'ho vissuta da sola visto che il padre di mia figlia se n'è andato dicendo che non faceva da padre a una bambina con problemi, ma su questo avrei solo parole dure.
Adesso sono sposata. Noemi ha una sorella di 7 anni e tra poco ci sarà l'adozione da parte di mio marito.
Volevo dirvi che i bambini prematuri sì, è vero, nascono piccoli e fragili, ma sono dei grandissimi GUERRIERI.
Quando sento di genitori che stanno affrontando il mio stesso percorso dico: "Vedi, mia figlia è nata a 26 settimane, ma ha vinto".
Noemi adesso ha 9 anni, sta benissimo ed è una bambina felice di raccontare la sua esperienza. Un abbraccio a tutte ma soprattutto alle famiglie di piccoli GUERRIERI.
Mamma Francesca
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