Tutto iniziò la mattina del 12 settembre. Ero al termine, ma di contrazioni, neanche l'ombra. Mi ero appena sottoposta ad una visita ginecologica. La mia adrenalina era alle stelle. Tanta era la voglia di abbracciale il mio frugoletto. Tanti sogni, tanti pensieri, tante speranze. Sognavo di annusare il suo odore, di tuffarmi nel suo mondo. Un mondo di pannolini, di profumi dolci, di pelle asciutta e coccole. Di scoprire finalmente che cosa significa diventare MAMMA.
Quella mattina avevo dei dolori che non accennavano a diminuire. Nulla più. Facevano sperare un poco... Sapevo di essere vicina al fatidico momento del parto.
Il ginecologo che mi aveva appena visitato eseguì una manovra dolorosissima. Che male mi aveva fatto! Piansi durante tutto il tragitto per tornare a casa. Avevo provato un dolore forte, talmente forte che ancora lo ricordo perfettamente. Che al solo pensiero mi si stringe forte lo stomaco e mi viene la pelle d'oca.
Arrivai a casa. Sapore di sale in bocca. Il volto ancora bagnato di lacrime. I dolori non diminuirono proprio, anzi, iniziarono ad aumentare.
Eppure ce la potevo fare. Erano sopportabili. Il mio cucciolo probabilmente ancora non se la sentiva di uscire fuori al freddo del mondo. Lì dentro stava proprio bene. Come biasimarlo...
Quello stesso giorno, la sera, decisi di farmi una bella doccia calda e di lavarmi via il peso della giornata. Una sensazione di benessere mi pervase in tutto il corpo. Erano le 20... e finalmente iniziarono le prime contrazioni.
Prima ne ebbi una. Poi un'altra ed un'altra ancora. Saranno contrazioni? Certo che lo sono. Sì, no. Ma sono regolari? Quanto spesso? Quanti dubbi! Finché, tra gli sguardi impauriti e allo stesso tempo entusiasti del mio compagno e delle altre persone che mi circondavano, decisi di correre in ospedale al pronto soccorso.
Lì mi visitarono subito. La diagnosi tempestiva fu: "Collo dell'utero aperto di tre centimetri". Mi dissero poi: "signora, la ricoveriamo subito".
Evviva! Il mio cucciolo finalmente aveva deciso di conoscermi! Stavo per diventare mamma....
Indossai la camicia da parto e le pantofole. Mi portarono subito in sala parto ed ebbi quattro ore e mezzo di travaglio. Il parto? Dolore allo stato puro. Qualcosa di viscerale, profondo... indescrivibile.
Collaborai tanto. I dottori mi dissero che "ero brava". Io in realtà pensavo a lui, solo lui. Ed è stato lui a darmi la forza. Pensavo che a breve l'avrei conosciuto e, grazie a questo pensiero, mi venne una forza incredibile.
"Spingi, spingi, spiiiiingiiiiiiiii!", pensavo. Ed ecco che, alle 2.25, nacque lui, l'amore più grande di tutta la mia vita: mio figlio. Il miracolo della vita, tutto nel silenzio di una notte. Io, la vita e mille emozioni.
di mamma Paola
(storia arrivata come messaggio privato sulla pagina Facebook editata dalla redazione)
Il mio parto naturale, doloroso ma non troppo
Parto naturale: la doccia mi ha aiutato ad alleviare il dolore
Setticemia post parto: la mia esperienza, sperando non capiti a nessuno
Hai anche tu una storia da raccontare? Scrivi a redazione@nostrofiglio.it
Aggiornato il 01.09.2017