Una gravidanza cercata e arrivata immediatamente. Eravamo felicissimi. 9 mesi sereni, trascorsi fantasticando sulla nostra nuova vita con la nostra principessa!
A volte pensavo al parto e avevo un po' di paura, ma poi pensavo che, se miliardi di donne l'avevano fatto prima di me, magari anche in condizioni estreme, perché non avrei dovuto farcela io?!?
Poi il momento del parto arriva. I primi doloretti, la dilatazione, il ricovero in ospedale. Passo la notte tra il 5 e il 6 novembre insonne, con mia sorella sempre al mio fianco. La mattina del 6, mi fanno l'epidurale. Non sento più dolori, ma le contrazioni e la dilatazione continuano. In pieno travaglio, ho dormito come un angioletto.
La dilatazione si blocca
Poi nel pomeriggio la dilatazione si blocca, mi fanno una stimolazione, ma cambia poco. Sembra che tutto si sia bloccato. Nel giro di poco, la situazione precipita. Mi si alza la temperatura e il cuore della bambina passa da 60 a 200 battiti. C'è qualcosa che non va. Il dottore mi visita, mi rompe le membrane. Le acque sono verdi.
Con molta calma mi dice, testuali parole: " SIGNORA, CI SONO DELLE COSE CHE SINGOLARMENTE NON SIGNIFICANO NIENTE, MA TUTTE INSIEME POSSONO ESSERE UN PERICOLO. LA SUA FEBBRE, LE ACQUE VERDI, IL BATTITO ANORMALE DELLA BAMBINA. CREDO CHE FAREMO UN CESAREO".
Mi si gela il sangue. Con un filo di voce gli dico:"DOTTORE, FACCIAMOLO SUBITO" e scappiamo tutti in sala operatoria.
Mi preparano per il parto cesareo
Io credo di essere un po' morta in quel momento. 9 mesi bellissimi e tutto stava precipitando. Non avevo il coraggio di parlare con mio marito, so che è stupido, ma mi sentivo in colpa. Mia sorella, infermiera, cerca di tranquillizzarmi. Io sono nel panico più totale e continuo a stringere tutte le mani che mi capitano a tiro: sorella, ginecologo, ostetriche, l'adorabile anestesista.
Continuo a chiedere a tutti come stava la bambina, chiedevo se sarebbe andato tutto bene... sarò sembrata una matta.
Sono tutti molto dolci e rassicuranti con me.
Mi preparano per il taglio cesareo, il dottore mi spiega esattamente quello che sta per succedere. Mi avrebbe messo il bisturi sulla pancia, avrei sentito un po' di freddo, poi un leggero pizzicotto e poi più niente. È andata esattamente così. Cercano di tirare fuori la bambina. Ad un certo punto sento IL CORDONE, non capisco, voglio strappare via quel telo verde che non mi lascia vedere cosa sta succedendo. Ma alla fine arriva il pianto liberatorio di mia figlia. Sono le 19.57 del 6 novembre: è nata CRISTINA. La avvicinano al mio viso e lei comincia a leccarmi: ha il visino un po' livido per la sofferenza fetale ma è bellissima il pediatra conferma che sta benissimo e non ha riportato danni... Dio che sollievo!!!
L'hanno portata al nido per le misurazioni di rito, dovranno tenere sotto controllo anche la saturazione, ma solo per sicurezza. Io rimango in sala operatoria per i punti e il ginecologo mi spiega che la bambina aveva due giri serrati di cordone intorno al collo che hanno generato la sofferenza fetale e che se avessimo aspettato ancora... Vabbè dai non ci pensiamo!
Poi mi riportano in stanza. Rimango completamente sola per qualche minuto e mi lascio andare ad un pianto singhiozzante e liberatorio. Poi arriva mio marito, fuori di sé dalla felicità, mi abbraccia, mi consola. Infine arriva Cristina, la chiamo per la prima volta CRISTINA e lei volge i suoi occhioni stupendi verso di me, quasi a dirmi "DIMMI MAMMA, SONO QUI". Tutto il panico di prima, il tremore non esistono più. Cristina è un po' malconcia ma stupenda. Ha un livido sulla guancia, ma mio marito dice che al nido gli hanno detto che passerà presto, che di lì a qualche settimana non sarebbe più stato visibile.
Sono trascorsi quasi 10 anni e quando guardo il viso di Cristina riesco ancora a vedere quel piccolo livido.
Mi piace pensare che sia il bacio di Dio!
Ti amo Cristina.
Di mamma Maria Carmela
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