Eravamo sposati da quattro anni. Cercavamo un bimbo, e, dopo qualche mese di tentativi falliti, facemmo delle analisi per capire se tutto andava bene. Nessuno dei due aveva dei problemi, così il 1° dicembre 2014 scoprii improvvisamente di essere incinta! Tra la felicità e un po' di timore, per farlo sapere a mio marito, lo scrissi sul vetro del bagno con un rossetto: "Sei pronto tra nove mesi a non dormire più?"
E non vi dico la felicità! La gravidanza proseguì bene, anche se io soffrivo di ipertensione, e nell'ultimo trimestre scoprii anche di avere il diabete gestazionale e l'ipotiroidismo. Fu così che la mia ginecologa decise di farmi il parto indotto a 37 settimane perché il mio ometto cresceva troppo.
Giovedì mattina fui ricoverata e il giorno seguente alle 18 mi misero la fettuccina con pochi risultati, il sabato alle sei di mattino mi diedero il gel e da quel momento iniziarono i dolori veri e propri del travaglio.
Mi ruppero il sacco amniotico, mi attaccarono la flebo di ossitocina e solo dopo varie suppliche, mi fecero l'epidurale, ma purtroppo dopo appena 5 minuti dopo un trambusto generale mi dissero che il mio bimbo ERA MORTO.
Non si sentiva più battito cardiaco! In quel momento sono morta anche io! Di corsa in sala operatoria. Mi fecero un taglio cesareo d'urgenza in codice rosso, avevo quattro ginecologi, quattro ostetriche e l'anestesista. Al primo taglio purtroppo non c'era ancora l'anestesia e quindi provai tanto dolore!
Dopo soli tre minuti nacque il mio ometto. All'improvviso sentii un pianto, il SUO PIANTO. Non ci potevo credere, fu un'esperienza deflagrante. Fu come una bomba che ti fa scoppiare il cuore.
Mi sentii la donna/mamma più felice del mondo!
Ora il mio bimbo ha tre mesi e sta benissimo.
di Pamy
(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)
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