Il parto prematuro è un evento improvviso che colpisce una donna e deve essere in grado di affrontarlo. In un primo momento la situazione generale è abbastanza negativa: il piccolo è affidato alle cure dei medici e, nei casi più gravi, la sua vita è appesa ad un filo.
I genitori, soprattutto la mamma, possono anche provare una sensazione di distacco nei confronti del loro bambino perché lo sentono lontano e da un momento all’altro potrebbe anche non esserci più.
La tecnologia, però, oggi è avanzata ed è raro che un piccolo prematuro possa cedere, potrebbe impiegare molto più tempo per riprendersi e arrivare ad una situazione fisica generale che gli permetta di sopravvivere in modo autonomo.
Ad aggravare la situazione psicologica della mamma di un bimbo prematuro, è anche l’eventuale presenza della depressione post partum che, in tal caso, è molto più incisiva; e l’affaticamento fisico, in effetti spesso un parto prematuro avviene con taglio cesareo condizionato dal presentarsi di complicanze.
L’affaticamento è anche aggravato dall’assenza di riposo dopo il parto: la mamma è costretta a fare la spola tra la casa e l’ospedale per vedere il piccolo.
Negazione
La situazione generale è sempre di negazione, ossia si nasconde la realtà delle cose e si manifesta in modo diverso. Fino a quando, come abbiamo accennato, la sopravvivenza non è del tutto certa tendono a mantenere il distacco dal bambino.
Colpevolizzazione
I genitori di bambini prematuri, tendono a colpevolizzarsi e questa sensazione si presenta come un senso generale di amarezza verso un destino avverso e lo sfogo in una rabbia contro se stessi (soprattutto nel caso delle mamme) per aver sbagliato qualcosa nel corso della gravidanza, oppure di esser state la causa del parto prematuro.
Chi non esterna la rabbia tende a tenerla dentro e a scendere in uno stato depressivo e di tristezza che si sfoga solo nello stato fisico come con cefalee, insonnia, inappetenza, crisi di pianto, mancanza di concentrazione.
Patteggiamento
L’attesa in questi casi è davvero frustrante e quando non si può fare nulla a livello razionale, si cerca di attivarsi a livello irrazionale ed inconscio come ad esempio il rifugio nella preghiera, l’affidarsi ai segni e alle superstizioni. Il patteggiamento consente di tranquillizzarsi momentaneamente e di posticipare lo stato attuale, ciò consente di affrontare la crisi in modo migliore ed accettare qualsiasi tipo di ulteriore evento improvviso.
Consigli per i genitori
Innanzitutto, bisogna essere uniti e stare soprattutto vicino alla mamma. Affrontare il problema insieme, sfogarsi e parlare con il partner è la situazione migliore per fronteggiare la crisi momentanea: chi meglio del partner può capirvi e concepire il vostro stato di “depressione” e tristezza?
Evitare si sentirsi in colpa perché servirà solo a farvi perdere tempo e a piangervi addosso inutilmente.
Cercate di farvi aiutare da chi vi mostra “solidarietà”, parlate con i medici e con altri genitori che hanno vissuto la stessa situazione.
Non allontanatevi dal piccolo e cercate di introdurlo nella vostra vita normalmente, scattategli foto per vedere i suoi progressi, parlate al piccolo in modo che possa sentirvi vicini con la vostra voce.
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