Mi chiamo Erica e sono mamma di due splendidi bambini: Athena di 5 anni e Paride di 8 mesi.
Quella che voglio raccontare è l'incredibile storia di Paride...
Tutto nasce quando a Maggio, io e mio marito, decidiamo di non lasciare Athena, sola ma di incominciare a cercare un fratellino per lei...
Come fosse per magia, dopo poco scopro di essere incinta; è stata una sorpresa per noi perché non pensavamo di riuscire ad avverare questo sogno così in fretta.
Ad agosto 2020 la prima ecografia: va tutto bene e noi siamo felicissimi.
Passano le settimane e tutto prosegue per il verso giusto.
Il 9 ottobre festeggiamo il mio 30esimo compleanno e rinnoviamo le promesse di nozze. Una serata tranquila ma speciale.
Il giorno dopo però inizia il nostro incubo.
Mi sveglio con abbondanti perdite ematiche e i primi pensieri negativi affiorano.
Corriamo in ospedale e scopriamo che
ho la placenta previa; il bimbo sta bene ma la placenta si trova molto in basso e ogni movimento del bambino causa perdite ematiche. Da quel giorno dovetti stare a totale riposo e le giornate le avrei dovute passare a letto.
Le perdite per placenta previa non si fermano
Purtroppo però, le perdite non si fermano... e così ogni settimana vado in pronto soccorso per assicurarmi che non ci siano complicazioni.
Arrivo a 25 settimane e in ospedale decidono di ricoverarmi e di tenermi sotto controllo.
Non si pensa al parto, ma incominciano a dirmi che c'è la possibilità di un cesareo intorno alle 36 settimane.
Fortunatamente in ospedale sto bene, poche perdite e il
monitoraggio è nella norma. Potrebbe essere che venga dimessa prima di Natale.
Finché arriva lunedì 14 Dicembre: mentre pranzo un senso fortissimo di nausea mi travolge e dopo qualche secondo mi si rompono le acque: sono terrorizzata!
E adesso? Il bimbo è di sole 27 settimane!
Mi rassicurano dicendo che un bimbo può stare settimane senza
liquido amniotico e di non preoccuparmi.
Nel frattempo mi mettono il
monitoraggio che non rileva
contrazioni, ma le sento e i dolori sono abbastanza forti, e nonostante tutto, nessun medico mi visita.
Alle 17 le contrazioni sono così forti da non riuscire a resistere.
Chiamo un'infermiera che viene a controllare e mi ribadisce che il macchinario del monitoraggio non rileva contrazioni. Insisto...
Arriva un'ostetrica che alza il lenzuolo e diventa pallida in viso. Capisco che c'è qualcosa che non va.
L'ostetrica chiama i dottori e prenotano una sala parto con urgenza.
Come in una scena di Grey's anatomy mi spingono su un lettino correndo come dei matti attraverso un corridoio lunghissimo.
Siamo pronti per un cesareo, il piccolo è sofferente e nessuno si era accorto che perdevo troppo sangue.
Mio marito non può entrare in sala operatoria.
Sono sola su un lettino ghiacciato.
Mi fanno l'epidurale ma non c'è tempo per aspettare che faccia effetto e così incominciano ad aprire. Il dolore è estremo ma io devo resistere per il mio piccolo campione.
Il bambino pesa un chilo
Il bimbo lo portano subito via in un'incubatrice che per lui è fin troppo grande. Pesa 1 kg. Si chiama Paride perché il significato di quel nome è guerriero, ed è così che vogliamo iniziare quest'avventura.
La TIN è un posto spaventoso per chi entra per la prima volta. I suoni, quegli allarmi che ti fanno sussultare.
I giorni diventano settimane e le settimane, mesi.
Non è facile, viviamo alla giornata perché ci sono giorni fantastici in cui vai a casa piena di gioia e di speranza e giorni in cui ti senti male perché il bimbo ha contratto l'ennesima infezione o perché l'hanno dovuto intubare un'altra volta.
Finalmente il 18 marzo ci dimettono! Nonostante dobbiamo andare a casa con ossigeno e la macchina degli alti flussi, la gioia di incominciare una vita insieme prevale sulla paura.
Ed è così che ci ritroviamo dopo 5 mesi dalle dimissioni più forti di prima e ogni giorno è un progresso enorme.
Paride sta bene, è fuori pericolo ed ogni giorno migliora sempre di più!
Questa è la nostra felicità!!!
Di mamma Erica
(Vuoi scriverci anche tu la tua storia? Mandala e redazione@nostrofiglio.it)