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La storia del mio parto, senza pensare al dolore

di Lisa Sorrentino - 06.03.2013 - Scrivici

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Eccoci qui in una sala d'aspetto d'ospedale. Finalmente tra poco la potrò abbracciare e strapazzare di coccole. Avrei sofferto, certamente. Ma ero serena. Era l'unico modo per abbracciare la mia piccola.

Il dolore per una gioia, non mi ha spaventata mai!

di Lisa Sorrentino

Ed eccoci sempre seduti, io e lui, accanto l'uno all'altra, mano nella mano.

Sembra ieri quella sera di novembre in cui avevo scoperto di essere in dolce attesa, ma il caldo , il luogo e il pancione, ci fanno capire che il tempo è passato.

Eccoci qui in una sala d'attesa di ospedale. Ormai sono trascorsi quattro giorni dalla data presunta del parto e l'ennesimo monitoraggio ci dice che la piccola sta bene, è alta, ma l'entità delle contrazioni ha fatto decidere ai medici il ricovero.

"Sì", penso tra me e me, "sì, finalmente tra poco la potrò abbracciare e strapazzarla di coccole. Basta con pacchette sulla pancia per vedere se si muove, basta immaginarla, basta scherzare sul naso a patata che evidenziava la tridimensionale, basta ipotesi. "

E mentre aspetto il ricovero, mi passa avanti una ragazza e mi fa la domanda critica "Ma tu non hai paura del parto? Io al solo pensiero ho il terrore, tanto che appena scoperto di essere in attesa, da subito ho stabilito con il mio ginecologo che avrei optato per un cesareo. E tu?"

"Be, fino ad ora non ci sono stati problemi, quindi parto naturale a meno che non si creino delle condizioni avverse e quindi si deciderà al momento!"

Non mi sono mai posta questa domanda in tanti mesi, mai fantasticato su come sarebbe stato il mio parto.

Il mio unico desiderio era fare quella visita mensile ed essere rassicurata che tutto procedeva bene

Paura di soffrire? Ora che mi ci fai pensare, cara sconosciuta, bè, ora le tue parole ronzano nella mia mente.

Certo che nessuno ha mai detto che sia una passeggiata di salute, anzi chissà perché, tutti i racconti che ti fanno sono di situazioni al limite della sopportazione umana.

Ma nonostante tutto anche lì, in quel momento, con la consapevolezza che era questione di qualche ora, il panico non mi ha neanche sfiorato.

Avrei sofferto, certamente, e il fatto che da millenni è così che si mette al mondo un figlio, non mi rassicurava.

Ma ero serena. Quello era l'unico modo che avevo per stringere la mia piccola. Vuoi mettere la gioia di guardarla, coccolarla, vedere che sta bene, con il dolore di qualche ora?

Il mio parto non si è rivelato semplice. Ho sofferto tanto perché lei non si è incanalata e il ginecologo non ha voluto il cesareo. Mentre ero li, (e i dolori dell'ultima mezz'ora che tutti definiscono i peggiori, a me sono durati 8 lunghissime ore), l'unico desiderio era che il tempo passasse in fretta e mi facesse abbracciare la mia piccola. E così è stato, appena nata l'hanno appoggiata sulla mia pancia e il suo calore è stata l'emozione più forte che abbia mai provato.

 

Non ci deve mai spaventare il percorso da fare, ma quello che conta è la meta da raggiungere!

 

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