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La storia dei miei due parti cesarei

di mammenellarete - 29.08.2014 - Scrivici

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I miei due parti sono stati molto diversi, ma in entrambi i casi ho dovuto affrontare un taglio cesareo. Con il primo figlio, un maschietto che ora ha 4 anni, vissi una lunga gravidanza di 42 settimane, al termine della quale mi dovettero indurre il parto. Durante la serata prevista per l'induzione del parto, mi si ruppero le membrane e subito dopo iniziò il travaglio, che durò da mezzanotte alle otto della mattina successiva. Dopo tre epidurali fatte, a causa della sofferenza fetale, mi portarono in sala operatoria per farmi un taglio cesareo. Alle 8:30 nacque il mio piccolino di 3620 grammi. E quando vidi i suoi bellissimi occhi, mi sciolsi e dimenticai subito tutti dolori.

E invece la seconda gravidanza? Esattamente nove giorni dopo i festeggiamenti del compleanno del mio figlio grande, nacque la femminuccia. Io ero a 29 settimane più 3.

 

In un pomeriggio d'estate, dopo aver fatto la doccia, mi sentii molto stanca e mi misi a letto, ma subito mi alzai, sentendomi tutta bagnata (mi si erano rotte le membrane). Provai molta paura, anche perché sapevo che era molto presto e la gravidanza non era assolutamente giunta al termine. Corsi subito all'ospedale.

 

Appena arrivata, mi fecero una puntura di cortisone per provocare lo sviluppo dei polmoni della piccolina. Dopo 3 giorni in ospedale, entrai in travaglio. Ogni due o tre minuti avevo le contrazioni e un centimetro di dilatazione in più.

 

Dopo aver fatto l'ecografia, i medici scoprirono che la bimba aveva il cordone ombelicale davanti alla testa e non poteva uscire, quindi era necessario un'altro taglio d'urgenza.

 

Quando la vidi, così piccola e innocente, e la sentii piangere, iniziai a piangere anche io. La portarono subito via e la vidi soltanto un giorno dopo in terapia intensiva neonatale, tutta intubata nell'incubatrice.

 

Non dimenticherò mai queste immagini. Adesso, dopo un mesetto di incubatrice, trasferimenti da un ospedale all'altro e soprattutto tantissimi pianti, ringrazio Dio. E ringrazio anche medici e infermieri che lavorano nelle terapie intensive. La mia bimba sta bene e posso godermi finalmente i miei due grandi amori!

 

di mamma Ali

 

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