Il 5 ottobre 2015 era il giorno previsto per il termine della mia prima gravidanza. Alle 17:30 circa persi il tappo mucoso e andai in ospedale, dove mi dissero che ero dilatata di circa un centimetro e che la testa del bimbo era posizionata male.
Mi dimisero dicendomi di stare 'a cavallo della sedia' per favorire lo spostamento della testolina, di fare un bagno o una doccia calda e di mangiare leggero. Tornai dopo qualche ora, perché le contrazioni si presentavano ogni 3 minuti e mi dissero che ero ancora dilatata di un centimetro: secondo un'ostetrica sarebbero durate anche due giorni.
Mi ricoverarono per evitare di vedermi tornare una terza volta, ma non fecero restare con me il mio compagno e padre del bimbo. Rimasi nella mia stanza da sola, a partire da mezzanotte circa, e intorno alle 05:00-05:30 chiamai le ostetriche perché non ne potevo più del dolore e mi veniva da vomitare.
Il ginecologo mi visitò e mi disse che ero ormai quasi pronta per partorire. Mi portarono in sala parto. Ricordo ancora il letto rotondo a forma di luna piena e a quel punto chiamai il mio compagno per farlo venire di corsa.
Erano le 07:00 circa. Incominciai a sentire il bisogno di spingere. Accanto a me c'era il mio compagno che mi sosteneva. Il momento dell'espulsione è stato un 'mix di amore, emozione, dolore e paura'. Ricordo che le ostetriche mi dissero che stava nascendo con la 'camicia'. Alle 08:38 il suono più bello del mondo, il pianto di Cristian. Un meraviglioso fagottino d'amore di 3 chili e 450 grammi per 51 centimetri. Nato a 40 settimane più 1 giorno, il 6 ottobre 2015. E questa è la storia del mio primo, meraviglioso, parto.
24 febbraio 2017. Erano le 04:00 circa, aspettavo la mia secondogenita. Iniziai a sentire delle contrazioni che mi sembrarono subito piuttosto regolari. Così per le 08:00 andai all'ospedale.
Mi fecero il tracciato e le contrazioni sembravano leggere. Ma in realtà, durante la visita interna, la ginecologa vide che ero già dilatata di 5 centimetri e mi ricoverarono.
Chiamai con immensa gioia il mio compagno, che naturalmente non voleva perdersi la nascita. Questa volta feci l'epidurale, godendo di un travaglio senza dolori. Ricordo che la mia bimba si era addormentata in pancia e, di conseguenza, l'ostetrica mi diede un succo di frutta alla mela per farla svegliare.
Il travaglio andò avanti e, ad un certo punto, ruppi le acque. Sensazione del tutto nuova visto che il mio primo bimbo era nato col sacco amniotico! Mi visitarono e praticamente ero già arrivata a 10 centimetri.
Dopo un po' iniziai a spingere, erano le 14:00 circa. Mi dissero: "E' bionda!". E alle 14:36 eccola! Era venuta alla luce la dolcissima Aurora, nata a 39 settimane più 2 giorni. E questa è la storia del mio secondo, meraviglioso, parto.
Storia del mio terzo parto
7 ottobre 2018, 38+1, domenica di routine in famiglia. Alle ore 18:00 circa, mi venne il sospetto di aver rotto le acque: seppur in minima quantità, avevo perdite incontrollate di liquido, e per fortuna, insieme al mio compagno, decisi di andare al pronto soccorso.
I medici fecero tutti i controlli del caso, e finalmente il ginecologo mi comunicò l'esito: rottura del sacco amniotico, e quindi ricovero per PROM con induzione del parto alle ore 00:00 se non fosse partito spontaneamente il travaglio.
Non ci potevo credere! Arrivò l'ora dell'induzione con gel, e rimasi monitorata per un po'. Le contrazioni non erano granché, e mi fecero tornare in reparto. Lì, iniziarono a partire le vere contrazioni, che, una volta tornata in sala parto per un nuovo monitoraggio, diventarono più forti.
Purtroppo, però, ero dilatata di soli 2 cm, e di conseguenza l'ostetrica mi propose una doccia calda, al fine di calmare il dolore, ma allo stesso tempo di aiutare la dilatazione.
Durante la doccia, vidi dell'acqua rossa scorrere: ruppi meglio le acque. I dolori, nonostante il sollievo dato dall'acqua calda, ad un certo punto si fecero insopportabili, tanto che in accordo con l'ostetrica, uscii dalla doccia per valutare la dilatazione. Del sangue scorreva tra le gambe.
Finalmente, dilatazione di 4 cm! Era ormai il momento di chiamare il mio compagno, e anche l'anestesista per l'epidurale. Durante quest'ultima, non riuscivo più a sopportare il dolore e la frequenza delle contrazioni, ed inoltre, il sollievo sembrava non arrivare.
Tornai in sala parto, il mio compagno era arrivato, ed io, ero già di 10 cm. Iniziai a sentire il bisogno di spingere, e poco dopo, il mio grande amore era tra le mie braccia. Tommaso, 3,325 kg, 50 cm, nato alle ore 05:44 dell'8 ottobre 2018, a 38+2.
di mamma Eleonora
(storia arrivata alla pagina Facebook)
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Aggiornato il 08.02.2019