Al momento del parto, quando l’ostetrica recide il cordone.
È una procedura semplice, senza rischi per mamma e bambino e può essere eseguita sia in caso di parto vaginale che parto cesareo. Dopo l’espulsione del feto e il taglio del cordone, l’ostetrica preleva il sangue dai suoi vasi che non sono più collegati al corpicino del piccolo.
Tutto avviene senza alterazioni del parto, l’unica azione che potrebbe ”variare” il modo di nascita del bambino e relativa al precoce taglio del cordone nei primissimi momenti dell’espulsione. Se l’operazione non viene effettuata tempestivamente, i vasi sanguigni potrebbero collassare ed impedire il prelievo del sangue.
La necessità di effettuare questa operazione contrasta con il “relax” del piccolo, con la consuetudine di tenere il piccolo sulla pancia della mamma prima effettuare il taglio.
Questo permette innanzitutto al piccolo un passaggio più tranquillo dalla vita uterina a quella esterna ed, inoltre, consente al sangue di passare con molta più rilassatezza dalla placenta al corpo ed evitare il formarsi dell’anemia neonatale.
Tagliare il cordone precocemente non influisce, comunque sulla salute del bambino, al contrario il sangue delle cellule staminali è davvero indispensabile.
Per poter donare il cordone ombelicale è necessario essere in buona salute per non trasmettere malattie al ricevente. La donazione del sangue del cordone non è consigliata quando la donna partorisce in un periodo inferiore alle 34 settimane, quando c’è una rottura della membrane superiore a 12 ore, quando la mamma ha la febbre superiore a 38° al momento del parto se il piccolo ha delle malformazioni congenite del feto, soggetto a stress fetale.
In Italia sono vari i centri specializzati nella donazione del sangue del cordone ombelicale e presenti, in elenco, sul sito dell’Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale adisco: www.adisco.it.