L’introduzione della pinza a forma di uncinetto permette alle membrane di rompersi senza alcun rischio e dolore per mamma e bambino; si assiste, in tal modo, alla fuoriuscita del liquido amniotico che segnerà l’inizio del passaggio del piccolo dalla vita intrauterina a quella fuori dalla pancia.
L’amnioressi va eseguita solo quando ci si trova davanti a casi specifici come quelli di sofferenza fetale, che richiedono di accelerare i tempi della nascita, per evitare di mettere a rischio la vita del bambino; oppure quando è necessario verificare se il liquido amniotico sia o meno tinto.
Ogni donna deve quindi essere al corrente che la rottura artificiale delle acque non è una pratica che va eseguita per consuetudine, anche se non comporta rischi né per la mamma né per suo figlio, ma solo quando si verificano determinate condizioni che portano a questa necessità.
Ogni donna che partorisce deve conoscere i suoi diritti, quelli sottolineati dall’OMS - Organizzazione mondiale della Sanità- nelle quindici raccomandazioni per il travaglio ed il parto.
Eccone citate alcune:
- la rottura artificiale delle membrane, fatta di routine, non ha nessuna giustificazione scientifica e, se richiesto, si raccomanda solo in uno stadio avanzato del travaglio;
- il travaglio può essere indotto solo in specifici casi, ossia riservati a determinate indicazioni mediche e non deve superare il tasso del 10% in nessuna regione geografica;
- durante il travaglio si dovrebbe evitare la somministrazione routinaria di farmaci se non per casi specifici;
- il monitoraggio elettronico fetale, fatto di routine, deve essere eseguito solo in situazioni mediche particolarmente selezionate e nel travaglio indotto.
amnioressi
Se il battito cardiaco del piccolo non desta sospetti e risulta regolare, allora è bene aspettare che le membrane si rompano da sole, monitorando quello che sta succedendo all’interno dell’utero materno.
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