Io sono una mamma di due figli. Una sta qui. L'altro nel mio cuore
Credevamo fosse facile... ma non lo era. Dopo due anni rimasi incinta grazie a un incremento dei tentativi ai soli giorni fertili. Era diventato più un lavoro più che un piacere.
Vista la mia giovane età, le analisi effettuate per verificare l'infertilità furono quelle di base. Ed era tutto nella norma.
Ovviamente con l'utilizzo di tale tecnica il giorno che scoprii di essere incinta sapevo perfettamente i giorni dalla data di concepimento, 4 gg dopo già vomitavo di tutto, ma era una gioia immensa. Feci le prime beta dopo 2 settimane, però erano un po' basse così il dottore me le fece ripetere dopo 7 gg.
Gli lessi i risultati per telefono e la risposta fu "bene se non sono due bambini forse sono 3"
Prima visita la gioia era alle stelle. Ma la gravidanza gemellare presupponeva dei rischi, quindi riposo.
E superiamo le 22 settimane.
Dov'è mio figlio
Vado in bagno e quando mi abbasso i pantaloni vedo che avevo sangue fino ai piedi. Mi siedo, sono spaventata, piango.
La corsa in ospedale di 15 minuti, dolori fortissimi. Entro in pronto soccorso . L'addetta guardando il PC mi chiede quale fosse il problema.
Espulso? Partorito? Penso tra me e me... feto? Figlio. Dove era mio figlio?
Il ginecologo , che ha fatto nascere me, una amico, un padre.... mi dice che è meglio che non veda il feto. Che aveva dei problemi. E che l'altro sacco era intatto e potevamo provare a interrompere il processo del parto. Non riuscivo a parlare.
Dove era mio figlio?
Mi scuote e mi dice che mi faranno un cerchiaggio (un tentativo) e che mi addormenterà dal collo in giù per due giorni.... acconsento.
Ma dove è mio figlio?
Dopo due ore mi ritrovo in camera. Il padre dei miei figli non voleva parlare. Piangeva e basta. Io chiedo a lui, lui mi ripsonde " non parliamone mai più di questa cosa".
Non rinunciate ai vostri sogni
Mi disse che i figli non sono nostri ma di Dio... meglio che non vi dica cosa ho risposto.
Mio figlio era un maschietto, poco formato... ma bellissimo. Gli ho dato un nome, ma non l'ho mai tenuto in braccio.
Dopo 4 giorni avrei dovuto fare l'amniocentesi programmata. Ho rifiutato. Rifiutavo tutto. Pure l'alimentazione forzata. Volevo morire.
Dopo 8 giorni fu ricoverata una donna. Era la sua terza gravidanza gemellare che andava male. E mi disse : "tu almeno puoi lottare per l'altro... a me sono morti entrambi. Sono morti tutti."
È stata una campana nella mia testa. Dovevo lottare per mio figlio. Piano piano la tristezza si affievoliva ed il tempo passava. Il mondo lo vedevo da una finestra di un ospedale, superiamo l'autunno così.
Prima di Natale i medici decidono di farmi uscire perché ero alla 36esima settimana. Il bambino stava bene. Ma io ero dimagrita di altri 8 kg. La depressione non passava.
Il patto era che avrei dovuto fare un monitoraggio al giorno e in quel frangente la flebo.
Accetto. Sono felice. Il mondo poteva vedere il mio pancione finalmente. L'aria buona, il vento sul viso,tutto era bello.
Il giorno dopo come programma alle 9 sono in ospedale. Mi attaccano il monitoraggio e contrazioni in atto ogni 3 minuti. Io non sentivo nulla, a parte i calci allo stomaco del mio bambino.
Io non ho sentito un dolore. Mi guidavano loro. Uno leggeva il monitoraggio, uno spingeva sulla pancia e uno estraeva il bimbo. Era freddo, volevo sbrigarmi, volevo vedere mio figlio, avevo paura. Si scopre che il bimbo era troppo grande e messo male. Inizio a spingere come non ci fosse un domani.
E finalmente nasce mio figlio, una bambina bellissima prematura con serie difficoltà respiratorie ed altri problemi, ed oggi è una donna.
Dopo anni ho scoperto di avere il gene della poliabortitivitá. Non ho avuto altri figli per paura. Il matrimonio è andato a farsi fottere.
Una sta qui. L'altro nel mio cuore.
Oggi le cose sono cambiate, la scienza va avanti. Le tecniche progrediscono. Fatevi aiutare, non rinunciate ai vostri sogni.