Avevo 18 anni: io e il mio ragazzo iniziammo a cercare un bimbo. Pensavo di non riuscire ad avere figli perché ogni test risultava negativo. Ad agosto del 2013 iniziai ad avere un po' di nausea, ma avevo davvero troppa paura di vedere un altro risultato negativo. Andai alla visita ginecologica, ma dentro di me temevo di non essere incinta.
Mi rifiutai di fare l'ecografia per paura di rivivere l'esperienza di un'altra eco e di sentirmi dire che non ero incinta. Poi agli inizi di settembre iniziai a sentirmi così male da non riuscire a mangiare niente. Mi sentivo molto debole. Andai in ospedale per fare una visita, mi feci coraggio, ma la paura era sempre dentro di me. Ero così nervosa che non guardavo mai lo schermo.
Ma poi giunse la sorpresa: la ginecologa mi disse che la piccola stava bene. Io fui molto sorpresa: mi girai e vidi lei, la mia futura bimba. Ricordo quel giorno come se fosse successo solo ieri, era così piccola! Quando vidi il suo cuoricino battere, non riuscii a trattenere le lacrime dall'emozione. La gravidanza proseguì bene, quando... la notte del 4 aprile successe di tutto.
Io ero a letto tranquilla, quando ad un certo punto sentii che la piccola si agitava e di solito non si era mai mossa così tanto. Era sempre tranquilla. Pensai che stavo per farmi la pipì a letto, quando di scatto mi alzai dal letto e iniziai a perdere del tutto le acque.
Erano esattamente le 12.00 quando mi si ruppero le acque. Mancava ancora un mese e io ero troppo spaventata, tanto che chiamai il mio ragazzo che stava dormendo. Ci preparammo per andare in ospedale e mi fecero una visita. La piccola era già a testa in giù, perciò mi ricoverarono.
Essendo un parto prematuro, tennero sotto stretto controllo la piccola. Alle 11.24 nacque la piccola Isabel. Era il 4 aprile 2014. lo la tenni pochissimo e poi di fretta la portarono via. Il primo giorno non riuscii a vederla. Il secondo giorno andai al nido, dove la piccola era in incubatrice: me la fecero solamente toccare.
Mi sentivo in colpa. Era così piccola e fragile che il quarto giorno avevo paura di prenderla in braccio, ma finalmente ci riuscii. Volevo stare di più con lei, ma la bimba non poteva stare troppo fuori dall'incubatrice e questa cosa mi faceva stare malissimo. Mi feci forte per lei.
Il sesto giorno la misero nel lettino e me la lasciano portare in camera solo per mangiare. Finalmente dopo sette giorni la portai a casa, perché la piccola prendeva peso e stava bene. Il rientro a casa non fu difficile, lei era una bimba tranquilla, mangiava e dormiva. Però la cosa più bella fu quando andai in ospedale per l'ultima visita al nido: mi dissero che lei cresceva di peso ed era una bimba sana.
di Denise
(storia arrivata alla nostra pagina Facebook)
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