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Il ricovero in ospedale prima del parto

di mammenellarete - 20.07.2009 - Scrivici

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Quando una donna sta per partorire, le ansie aumentano e le preoccupazioni sono molto più concentrate sul momento della nascita. Andrà tutto bene? Il momento del ricovero è sempre un momento di transizione che la donna, la maggior parte delle volte, vive in modo confuso, soprattutto quando giunge in ospedale che le acque sono rotte e il piccolo sta per nascere. Anche se l’ospedale non è completamente sconosciuto come luogo, visto che si è frequentato anche durante la gravidanza per controlli, visite, prelievi, prima del parto mette sempre un po’ di ansia. Quali controlli vengono effettuati e come avviene il ricovero?

Innanzitutto, il consiglio fondamentale è quello di rimanere concentrate sulle azioni che si stanno compiendo e sulle risposte che il corpo sta dando: la rottura delle acque, il piccolo che si muove, le doglie (quando cominciano), le contrazioni.

 

Il partner è la figura fondamentale che vi accompagnerà in questo percorso verso la nascita perché è la persona a voi più vicina e sa come comportarsi con voi, in questi momenti, anche perchè sarà lui a sbrigare le questioni burocratiche e a sistemare tutta la roba che serve per l’ospedale.

 

Cosa succede una volta arrivate in ospedale?

 

Una delle prime persone che incontrerete sarà l’ostetrica che si accerterà delle vostre condizioni generali: se avete vuotato l’intestino, se le acque si sono rotte o avete avuto perdite ematiche, se son cominciate le contrazioni e di che intensità sono, accertandosi, inoltre, di quello che è accaduto nelle ultime ore per constatare la reazione del vostro corpo e come si sta evolvendo l’inizio della fase del travaglio.

 

La visita

 

Una volta messe comode in stanza con il camice d’ospedale, sarete sottoposte alla visita fisica in cui sarà valutata la posizione del feto, il suo battito, il livello della vostra pressione sanguigna e la frequenza del battito cardiaco (queste ultime due valutazioni stabiliranno anche il vostro grado d’ansia). Inoltre si riscontrerà, con un’esplorazione vaginale, il livello di dilatazione del collo dell’utero per stabilire anche di che entità sono le contrazioni.

 

Altre valutazioni riguardano la temperatura corporea, esame delle urine per verificare l’eventuale presenza di proteine e zuccheri. Se l’intestino non è stato completamente svuotato, sarà somministrato un clistere, per consentire questa operazione e far stare più libera e tranquilla la partoriente.

 

Tutto è pronto per la sala travaglio in cui sarete accompagnate per affrontare uno dei momenti più importanti della gravidanza che richiede la massima concentrazione sulla trasformazione che sta avvenendo.

Le ore da passare in sala travaglio non possono essere stabilite, dipende dal grado di dilatazione del collo dell’utero e dall’intensità delle contrazioni che inducono, per l’appunto, la dilatazione.
Nel caso in cui queste dovessero essere poco intense e con una frequenza molto bassa e magari si necessita, per circostanze di emergenza, fare nascere il bambino, allora si potrà procedere con l’induzione del parto.

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