Quindi, questo tipo di “manipolazione” avvenuta durante il parto, può anche rendere difficile la penetrazione: una donna teme ancora di provare dolore fisico e tende a mettere in tensioni i muscoli (anche se involontariamente), come avviene in alcuni disturbi legati proprio all’attività sessuale.
Questo tende a far scendere, nella donna, il grado di libido che può anche essere accentuato dagli sbalzi ormonali che continua a subire dopo il parto: il livello di ormone prolattina, indispensabile per l’allattamento, aumenta proprio in questo momento. È anche questo uno dei fattori legati al “problema”.
Altri disagi derivano dalla questione psicologica della donna che ha partorito.
Può sentirsi poco attraente nei confronti del partner a causa della sua modificazione fisica durante la gravidanza: l’aumento del peso, la pelle floscia, le smagliature. Questa inferiorità fisica, rispetto al periodo precedente la gestazione, può rendere insicura la donna che tende a rifiutare il rapporto sessuale.
“preoccupazione materna primaria”
bambino
Non bisogna tralasciare che la donna ha subito dei cambiamenti a livello fisico e psicologico: la trasformazione del suo corpo ( che si accentua a partire dal secondo semestre di gravidanza in cui non ci si sente più attraenti), la novità del bambino, l’abbandono (dopo nove mesi) del pancione. Tutto ciò, unito ad alcuni momenti di sconforto legati anche alla responsabilità di fare la mamma (soprattutto nelle primipare), può comportare il rischio della depressione post – partum.
Il post parto è una condizione non molto semplice: le abitudine sono cambiate completamente quindi è bene avere pazienza e capire che il periodo passerà. Affrontarlo con coscienza è la soluzione migliore che aiuta a darsi forza e rimboccarsi le maniche.
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