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Il mio parto 'normale': episiotomia e nessun conforto da parte delle ostetriche

di mammenellarete - 29.10.2015 - Scrivici

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Fonte: Alamy.com
Ogni donna ha una storia diversa, dei sentimenti differenti e non è giusto che il momento del parto venga rovinato dal poco tatto del personale dell'ospedale. Il lavoro dell'ostetrica è una vocazione, un lavoro non adatto a tutti, anche perché si entra in contatto con una nuova vita. Una donna alla prima gravidanza ha solo bisogno di ricevere un po' di aiuto in più, anche solo un sorriso e un incoraggiamento per far in modo che il momento più bello della sua vita resti tale.

Quando decidemmo di avere un bambino, io avevo 27 anni e il mio compagno 31. Il nostro desiderio fu esaudito quasi subito. Dopo appena due settimane di tentativi, io scoprii di essere incinta. La gravidanza fu un esperienza meravigliosa, fui coccolata e riempita di attenzioni da tutti. Ebbi poche nausee, che mi abbandonarono al quarto mese per far spazio a sintomi come acidità, reflusso, mal di schiena e a tutto ciò che può definirsi "sopportabile".

 

Scoprimmo con immensa gioia di aspettare una femminuccia e il nostro amore per lei iniziò a crescere giorno dopo giorno. Il suo corredino aumentava sempre più. Il mio compagno era orgoglioso di poter preparare la sua cameretta e tutto si "colorò di rosa". I mesi passavano e l'ansia di poterla abbracciare era sempre più forte.

 

Una mattina iniziarono le contrazioni, ma ero a sole 34 settimane, quindi ci fu per me un ricovero di tre giorni con flebo per placare il tutto. La terapia andò bene, fui dimessa subito con la sola raccomandazione di stare a riposo. Ma la nostra piccola aveva fretta di uscire e così a 38 settimane non ne volle sapere di attendere e iniziarono i primi dolori.

 

Dopo circa 10 ore di contrazioni, chiesi di essere in qualche modo aiutata, ma dato che erano quasi le 22:00 (e c'era il cambio turno per il personale), nessuno mi diede retta, fin quando non si fecero le 23.

 

A quell'ora il personale cambiò e arrivarono le nuove ostetriche di turno. Subito notai la loro poca pazienza e la loro poca disponibilità nell'aiutarmi anche solo psicologicamente. Mi snobbavano, dando poca importanza al mio dolore. Essere alla prima gravidanza comporta anche questo.

 

Non mi credevano, mi dicevano di avere poca tollerabilità al dolore. Intanto le contrazioni aumentavano e io ero in preda alla paura. Accanto a me avevo solo il mio compagno, che cercava di tranquillizzarmi.

Nessuno mi credeva.

 

Alle 23:30, dopo averle supplicato le ostetriche di aiutarmi, fui portata in sala parto e in quel momento iniziò l'esperienza più brutta della mia vita. Ad ogni contrazione le facce del personale diventavano sempre più scocciate, la bambina non riusciva ad uscire, cercavo di spingere forte, ma ogni sforzo era vano.

 

Chiedevo aiuto e mi veniva detto che dovevo spingere sempre in maniera sgarbata. Fui lasciata a spingere sola per circa mezzora, fin quando dopo circa un'ora e mezza, stremata dal dolore, mi fu praticata un episiotomia e, dopo un manovra del ginecologo, la mia bambina di 3 chili e 650 grammi riuscì a nascere.

 

Da parte del personale non venne mai una parola dolce, né una parola di conforto o un sorriso o una carezza! Niente di niente! Se non avessi avuto il mio compagno, non avrei trovato la forza per dare alla luce mia figlia. Solo vederla nascere mi riempì il cuore di gioia! Per una donna l'esperienza del parto è un qualcosa di unico e irripetibile!

 

Ogni esperienza è a sé. Ogni donna ha una storia diversa, dei sentimenti differenti e non è giusto che un momento così venga rovinato dal poco tatto del personale presente! Il lavoro dell'ostetrica è una vocazione, un lavoro non adatto a tutti, anche perché si entra in contatto con una nuova vita! Con questo voglio dire che una donna alla prima gravidanza ha solo bisogno di ricevere un po' di aiuto in più, anche solo un sorriso e un incoraggiamento per far in modo che il momento più bello in assoluto non venga rovinato così.

 

di Samantha

 

(messaggio arrivato all'indirizzo email redazione@nostrofiglio.it)

 

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