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Il mio parto in Francia

di mammenellarete - 18.10.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Per il primo figlio, ero in Italia. Il mio ricordo del parto e del ricovero non è affatto positivo. Per il secondo, sono in Francia. Devo dire che tutto procede per il meglio. Mi sento seguita a dovere. Ed ecco che nasce Alba...

Dopo 8 mesi di tentativi, quasi non ci pensavo più, ed ecco un ritardo.

Non ho mai ritardi. Il test è positivo: aspettiamo di nuovo un cucciolo.

Che gioia e che paura. Quella che provano tutte: come saranno gravidanza e parto? Starà bene? Come cambierà la nostra vita?

Per il primo figlio, ho avuto tanta nausea e vomito. Per il secondo, di più.

Per il primo figlio, tutti i controlli in gravidanza sono andati per il meglio. Per il secondo, il rischio sindrome di down risulta elevato e bisogna fare ulteriori analisi.

Per fortuna va tutto bene, solo tanta paura durante le due settimane di attesa per i risultati.

Per il primo figlio, ero in Italia. Il mio ricordo del parto e del ricovero non è affatto positivo. Per il secondo, sono in Francia. Come sarà qui? Come viene seguita la donna? Come andrà in ospedale? Devo dire che tutto procede per il meglio. Mi sento seguita a dovere. La scelta dell’ospedale è per me molto importante, non vorrei rivivere certe esperienze. La scelta ricade sul più vicino, ma che ha ottima reputazione (a parte qualche storia isolata).

Visito l’ospedale: ci mostrano le camere di monitoraggio, le sale travaglio, le sale parto (la gialla, la verde, l’arancione e la viola), la sala parto con vasca e divanetto. Vediamo le camere per le neo-mamme, al massimo doppie. Addirittura esiste quella parentale, nel caso voglia dormire anche il papà. Tutto nuovo e pulito. Gentilezza estrema. Niente a che vedere con la mia prima esperienza purtroppo. Mi piace! Sento di aver scelto bene e che andrà tutto per il meglio.

Ecco che arriva il giorno in cui si rompono le acque, sono le 16:30.

Partiamo subito. Il primo parto e stato rapido, non voglio rischiare di farlo in auto.

Poco dopo, siamo in ospedale. Iniziano i dolori, che piano piano aumentano. Questa volta posso muovermi e gestire il dolore. Mi propongono l’epidurale. Resisto alla tentazione fortissima di accettare. Grazie all’aiuto di mio marito, che aveva capito sarebbe stato di nuovo tutto veloce.

Piano piano, mi avvicino alla sala parto, mi sdraio e sono già pronta a spingere. Che dolore, non ricordavo fosse così doloroso, non ce la faccio. Le ostetriche mi sostengono con frasi gentili e mi permettono di toccare il capo della piccola che sta per nascere, davvero??? Questo mi aiuta moltissimo. Ci siamo quasi. Due, tre spinte, ed eccola!

Sono le 20:19. Lei viene subito appoggiata sul mio petto, pelle contro pelle, il papà taglia il cordone. Ma quanto è bella?! Ha le fossette! Quel visino dolcissimo rimarrà per sempre impresso nel mio cuore. Lei resta lì, con me, già ciuccia, il resto non conta, i punti, l’attesa, non c’è fretta, siamo insieme.

È il momento più bello e intenso per noi, siamo ancora un unico respiro, è amore puro. La allontanano da me solo dopo e per pochi minuti, per pesarla e vestirla, la laverò io dopo due giorni. Sempre vicina a me, non la perdo d’occhio, il cuore esplode di gioia. Ci portano in camera, la bimba resterà tutto il tempo con me.

Non c’è una nursery qui e non mi proporranno mai un biberon, solo il mio latte, quello basta. Se ho bisogno, arriva subito qualcuno per aiutarmi. La prima notte, lei dorme come un angelo, io meno, troppa adrenalina! L

a mattina arriva il fratellino che l’aveva tanto desiderata. La guarda, la bacia, la prende tra le braccia, la abbraccia. É già amore e complicità tra loro.

Ecco, è nata, è nata Alba.

di mamma Pamela

(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina Facebook)

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