in ospedale mi dissero che erano quello preparatorie; tornai a casa con la speranza di vedere quel reparto presto.
Domenica pomeriggio iniziarono le contrazioni serie, ogni 10 minuti, ogni 7, ogni 5, fino all'1.30 di notte quando sentii un "colpo" tremendo all'interno della pancia e un dolore fortissimo, mi alzai dal letto e mi accorsi che ero tutta bagnata. Mio marito mi accompagnò in ospedale, dove mi dissero che ero dilatata un solo cm. Tutto quel male per un solo cm? Volevo morire! Quando l'ostetrica mi disse che se fossi andata avanti così avrei partorito dopo due giorni non volevo crederci.
Mi ricoverarono e mi consigliarono di farmi una doccia calda, io tremavo dalla paura e dall'agitazione e da quel male insopportabile. Andavo in sala parto ogni mezz'ora per farmi visitare. L'ostetrica insisteva nel dirmi che quelle non erano contrazioni, che se urlavo dal dolore in quel momento, con le vere contrazioni sarei morta; piangevo dalla disperazione: ero sola, l'ostetrica non voleva che mio marito entrasse, non voleva visitarmi poiché diceva che la dilatazione sarebbe stata ancora di un cm.
Passarono due, tre, quattro ore, non sapevo come mettermi per rendere il dolore più sopportabile... Era impossibile, ormai mi sembrava che non ci fossero più pause fra una contrazione e l'altra.
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Andai per l'ennesima volta in sala parto, alle 7 del mattino, l'ostetrica si decise a visitarmi e si mise a ridere "3 cm e piangi" mi disse. Andai in camera, dove passarono i dottori per la visita di routine, spiegai la mia situazione, la primaria impose di indurmi il parto "non si può lasciar morire dai dolori per due giorni una donna", queste furono le sue parole.
Feci in tempo ad avvertire mio marito che passò tutta la notte in sala d'attesa, andai in sala parto per l'induzione mentre le contrazioni continuavano, la dottoressa mi visitò per precauzione e disse "impossibile mettere la fettuccia, fra poco nasce, dilatazione 8 cm"! Fulminai l'ostetrica che per tutta la notte sbagliò a farmi il monitoraggio e non si accorse della dilatazione (solo dopo mi dissero che soffriva di alcuni disturbi psichiatrici ) .
.. in un attimo passò la stanchezza.
Entrò mio marito in sala parto finalmente e iniziò la fase d'espulsione; mi consigliarono di spingere solo quando ne avrei sentito la necessità, ma quel bisogno io non lo avvertii mai!!! Dopo un'ora mi obbligarono a spingere contro natura: arrivava la contrazione e io dovevo spingere! spingevo, spingevo, spingevo con tutta la forza in corpo (ormai era poco), due ore di spinte e la "testa che era li", dicevano... Urlavo, spingevo e sentivo la dottoressa dire "Ha bisogno ossigeno, non respira più", l'ostetrica parlava, diceva cose senza senso e la dottoressa che le urlava e ripeteva la parola "ossigeno"... Stavo perdendo i sensi e ancora "questa dev'essere l'ultima spinta, il bambino sta soffrendo", ero disperata...
Spinsi ancora una volta e la dottoressa con la manovra di Kristeller mi aiutò: uscì la testa... Fu un dolore indescrivibile, ma c'eravamo quasi... Alle 12.08 un bambino di 3,560 x 54 cm si appoggiò sul mio petto e mi guardò con gli occhioni pieni di lacrime, come ora lo sono i miei nel ricordare quei momenti!
Un angelo, un miracolo, l'amore della mia vita, la felicità fatta persona!
Un dolore, che nel tempo, lascia solo bellissimi ricordi...
di Anna
(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)
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