L'utero potrebbe iniziare a dilatarsi prima del tempo a causa del peso del bambino, per via di una gravidanza gemellare o per alcune complicazioni o anomalie congenite dell'utero, per precedenti aborti o numerosi parti difficoltosi. I sintomi sono facilmente verificabili dal ginecologo che noterà nella donna un insolito accorciamento ed ammorbidimento della cervice, contrazioni premature, e perdite ematiche leggere.
Sarà il ginecologo stesso a consigliare alle mamme il ricorso a rimedi farmacologici o all'intervento preventivo.
In che cosa consiste il cerchiaggio?
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Se i farmaci specifici per rallentare le contrazioni dell’utero e il riposo assoluto solitamente consigliato in caso di gravidanza a rischio dovessero rivelarsi fallimentari, si procede con il cerchiaggio. L'intervento va effettuato tassativamente dopo la tredicesima settimana di gravidanza e in ospedale. Dopo aver effettuato sulla paziente l'anestesia generale, viene infilato un nastro sintetico nella vagina e rinsaldato intorno al collo dell'utero per impedire la dilatazione del canale cervicale.
A intervento terminato è consigliato il massimo riposo per non sollecitare l'utero.
Il cerchiaggio, ovvero il nastro sintetico, viene asportato dalle due alle tre settimane prima della data presunta del parto senza anestesia. In genere, si pratica alla trentacinquesima settimana di gravidanza, quando il bambino è maturato e praticamente pronto per nascere.
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