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Il dolore del parto si dimentica?

di mammenellarete - 30.01.2014 - Scrivici

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"I dolori del parto si dimenticano" quante volte ho sentito questa frase. Sbagliato. Quel dolore non si dimentica in tutta la vita. Certo, subentrano un sacco di buoni motivi per dire "ne è valsa la pena", ma che si dimentichi, no... La mia prima gravidanza è stata bellissima, talmente bella da non rendersi nemmeno conto di quello che stava accadendo. L'unica cosa che cambiava era, ovviamente, la pancia. Una settimana prima della data presunta, perdo il tappo

e inizio ad avere delle perdite. Decido di andare al pronto soccorso per un controllo e mi ricoverano. La mia bimba era già pronta a nascere, era solo questione di qualche ora.

 

Alle 13 vengo ricoverata.

 

Alle 18 iniziano le contrazioni più forti. Sono decisa a fare la mamma coraggio e rifiuto l'epidurale.

 

Alle 20 l'ostetrica me la suggerisce con lo scopo di velocizzare la dilatazione. Fra mille ansie accetto. Chiamano l'anestesista che, a causa di un'emergenza arriva dopo un'ora e mezza. Mi fanno l'epidurale. Improvvisamente sento ogni contrazione amplificata a mille solo da un lato dell'addome. L'altro lato era completamente insensibile. Paura. Grido.

 

Inizia la fase espulsiva con me in preda ad un attacco di panico. Dieci infermiere mi tengono ferma, nessuno mi rassicura. Scateno il panico generale. La ginecologa mi riempie di rimproveri. Nel trambusto mi eseguono un'episiotomia fino a metà natica e usano la ventosa. La mia bimba nasce. La amo. È la mia vita. Mi calmo, la portano subito via senza quasi farmela vedere.

 

Passo le successive due ore in sala parto. Sento ogni singolo punto. Quando credo che tutto stia per finire la ginecologa mi dice che per errore ha dato troppi punti. Quindi inizia a togliere i punti uno ad uno e inizia tutto di nuovo.

 

Il destino ha voluto che nella mia seconda gravidanza mio figlio fosse podalico. Cesareo programmato e poi anticipato (aveva fretta di nascere). Entro in sala operatoria, mi affiancano gli anestesisti... dei dolci angeli che mi hanno tenuto compagnia e rassicurato per tutto il tempo.

 

I ginecologi che mi operano sono dolci, scherzano e mi dicono che tutto andrà bene. Passano 15 minuti. Nasce il mio piccolo. Bello come il sole. Un torello. Piango. Sono felice.

 

L'anestesista mi accarezza la testa. Le infermiere fanno a turno per venirmi a dire quanto è bello, quanto è perfetto.

Il giorno dopo sono già in piedi. Certo, i dolori ci sono. Non più di quelli del parto precedente.

 

Amo i miei figli, indistintamente. Sono la mia vita e non potrei mai fare a meno di loro. Ma non ditemi che il parto naturale è sempre la soluzione migliore.

 

Una mamma felice

 

di Gloria (storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)

 

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