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Ho lasciato il lavoro per stare con la mia guerriera prematura e non mi pento

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Fonte: Pixabay
La mia bimba prematura nacque quando io ero alla 29esima settimana di gravidanza. Fu portata subito in un altro ospedale e io soffrii moltissimo. In seguito la piccola per fortuna si riprese e io trovai un ottimo lavoro. Nonostante ciò, dopo qualche giorno decisi di lasciarlo. Adesso penso che l'arrivo della mia bimba mi ha fatto capire alcune cose importanti. La vita deve essere vissuta e non bisogna non perdere tempo pensando a un futuro che alla fine non è nelle nostre mani!

La mia storia è semplice, ma allo stesso tempo è anche complessa. Tutto iniziò da una semplice e pura amicizia in Università, che dopo 3 anni culminò in un matrimonio, che quest'anno è al sesto anniversario.

Fummo costretti a rinunciare a una parte dei nostri sogni per poter mantenere la casa, lavorando e studiando allo stesso tempo, e per poter conservare così anche i documenti poiché non siamo italiani.

Così continuammo per anni. Le cose si sistemarono: io trovai un lavoro a tempo pieno, con un buon contratto. Tutto procedeva in casa, così come l'economia della famiglia andava bene. Era il tempo di fare la richiesta della cittadinanza italiana. Eravamo una coppia perfetta, felice e innamorati!

Un giorno, all'improvviso, mentre ero a lavoro persi i sensi! Il giorno dopo andai nuovamente al lavoro, pensando che probabilmente avevo avuto un mancamento solo per la stanchezza per il fatto che facevo due ore con i mezzi per raggiungere il luogo di lavoro. Inoltre, il caldo del estate giustificava tutto.

Così continuai a lavorare e tempo pieno (a volte anche ore extra) per un mese. Finché un giorno mi venne in mente la data dell'ultimo ciclo ed ebbi un attimo di panico. Guardai il telefono e vidi che quella data era già passata. "Che stupida", pensai! "Non ti ricordi neanche i giorni del ciclo!"

Scoprii che ero gravida di 6 settimane. In quel momento non sapevo che pensare! Un bambino in quel momento significativa il contrario di tutto ciò che avevamo costruito per anni, ma allo stesso tempo... io volevo quel bambino, era il mio sogno. Il nostro sogno e tutto ciò che stavamo costruendo era per quel piccolino. Solo che era ancora un po' presto.

Vidi per la prima volta mio marito che piangeva... e non sapeva dirmi se erano lacrime di felicità o di tristezza.

Non disse niente. Mi promise soltanto che sarebbe stato vicino a me qualsiasi cosa sarebbe accaduta.

Nella mia mente iniziò una guerra. Pensavo: "Un bambino adesso vuol dire niente più lavoro, tante difficoltà economiche e niente passaporto". Dall'altra parte era il nostro sogno! Il motivo per il quale stavamo facendo tanto lavoro era per creare un futuro per il nostro bimbo.

Confesso che pensai anche all'aborto. Lo so, ora mi sento una m... per il solo fatto di averlo preso in considerazione. Dopo una notte lunghissima di pensieri mi alzai una mattina e dissi a me stessa: "Hai il potere più grande del mondo che Dio può dare, quello di dare vita a un'altra vita. Fino ad ora hai fatto tutto per bene, non rovinare tutto, se Dio lo vuole, un motivo ci sarà".

Quel giorno stesso presi 10 giorni di malattia e andai a fare l' ecografia. Scoprii che non ero di 6 settimane, ma di 10. Avevo infatti avuto una perdita che senza capire avevo scambiato per ciclo. Iniziai a fare attenzione a tutto, lavorai anche meno ore. La gravidanza andò benissimo tra lavoro, sport, grandi dormite. La mia ginecologa diceva che andava tutto bene e stranamente anche la bimba che era dentro di me stava crescendo facendo grandi passi. Infatti, ogni ecografia mostrava una crescita di 3 settimane in più.

Arrivò settembre. Sognai la festa di Natale e sotto l'albero c'eravamo tutti, mia figlia inclusa... ma mia figlia doveva nascere a inizio febbraio, dunque il sogno era molto strano. Non feci caso più di tanto comunque a queste immagini. Eppure continuai a vederle ogni notte per settimane intere, finché parlai con mio marito, mia mamma e mio fratello, ma nessuno mi prese sul serio. Giunse novembre e io arrivai a 29 settimane. Un giorno andai a fare la spesa e comprai anche l'albero di Natale e altre decorazioni.

Tornai a casa tutta contenta e, in seguito, mi accorsi che la bimba non si stava muovendo come faceva ogni sera. Aspettai due ore ma niente. Non avendo la macchina, chiamai l'ambulanza e andai in ospedale, dove mi fecero tutti i controlli. Andava tutto bene, la bimba stava solo dormendo, ma per motivi di sicurezza mi tennero 24 ore in osservazione,

Il giorno dopo mio marito venne a prendermi, ma, mentre aspettavo la lettera di dimissione, sentii dolori forti. Era la prima gravidanza per me ed ero solo alla ventinovesima settimana, non sapevo come sono i dolori del travaglio. E invece... successe tutto in un attimo, nacque mia figlia. Cinque ore prima aveva la testa in su e cinque ore dopo in giù. Solo 29 settimane...

Erano tutti terrorizzati, non trovavano nessun spiegazione! Per motivi di sicurezza la inviarono in un ospedale migliore e a me dissero che sarei dovuta rimanere una settimana quasi sotto osservazione. Furono i giorni più brutti della mia vita, piangevo sempre, non dormivo. Fu uno stress pazzesco.

Ogni mamma era con il suo bambino ed io no. Tutti mi dicevano che sarebbe andato tutto bene e che l'avrei presto rivista, ma io non credevo a nessuno, neanche a mio marito, che andava ogni giorno dalla piccola e poi veniva da me e mi faceva vedere le foto. Credetemi, non è la stessa cosa, avevo bisogno di abbracciare mia figlia...

Dopo tanta sofferenza chiesi di essere dimessa, anche se ancora non ero in grado di camminare bene. Volevo solo vedere lei ad ogni costo. Quando uscii dall'ospedale, andai subito da lei e fu il momento più bello della mia vita. Lei era così piccola, sembrava che avesse bisogno di tanta protezione.

Da quel momento chiesi il permesso di fare terapia di contatto "pelle a pelle" per ore intere ed in tre settimane lei cambiò completamente, iniziò a mangiare da sola.

Mise un chilo al un mese e raddoppiò sua lunghezza in soli 3 mesi. Il 23 dicembre il dottore mi disse: "Questa bambina è un regalo di Dio, è un miracolo che ha fatto credere tutti nei miracoli. Domani puoi portarla a casa".

Arrivò Natale e lei era lì con noi! Era il mio sogno! Aveva solo 34 settimane quando la portai a casa. Erano passate 6 settimane dalla sua data presunta di nascita. Avevo paura anche di toccarla, ma continuai con con la "marsupio-terapia" ogni notte per un mese intero e fu una meraviglia.

Ora lei ha 7 mesi ed è cresciuta benissimo, dorme durante tutta la notte, mangia e sorride sempre. So che ogni mamma ha un legame forte e unico con suoi figli ma quello tra me e lei è una cosa speciale. Ogni volta che io parlo lei mi guarda negli occhi e sembra che mi voglia dire qualcosa. E da sempre dorme con una manina sulla mia faccia.

Ma devo ammettere che quei mesi senza lavoro furono lunghissimi per me, non ero abituata a stare ferma. In passato andavo continuamente all'Università, poi a lavoro e, in seguito, a fare sport. Perciò non vedevo l'ora di tornare a fare qualcosa. Una volta finita la maternità, iniziai a cercare lavoro per dare una mano a mio marito... e lo trovai!

Ero contentissima. Avevo un buon lavoro e un buon contratto... meglio non poteva andare. Lasciai mia bimba con mia suocera (che mi ha aiutato tantissimo) e iniziai il primo giorno di lavoro tutta contenta e piena di energia, sicura di me stessa perché avevo 10 anni di esperienza.

Ma, trascorsa solo un'ora, tutto iniziò a sembrare un inferno, le ore sembravano infinite... così passai anche la seconda giornata e la terza. Un giorno, mentre andavo a lavoro, mi fermai. Mi sedetti in un bar, presi un caffè e pensai: "Non mi sono goduta la gravidanza perché ho sempre lavorato, anzi ho anche messo a rischio mia figlia.

Adesso se lavoro perderò i suoi momenti più belli, il suo sorriso di ogni giorno, il suo primo dente, la prima parola, il primo passo".

Subito chiamai il mio datore di lavoro e gli dissi: "Non voglio più lavorare". Lui era pietrificato e mi rispose: "Sai cosa stai perdendo? Hai il lavoro che tutti sognano e lo butti così". Non gli risposi neanche. "Lo so", pensai, "una volta era anche il mio sogno quel lavoro, ma adesso ho una realtà più bella di tutti i sogni e non voglio perdere neanche un secondo".

Andai via. Feci un grande respiro e mi sentii sollevata. E' trascorso un mese da quel momento e io sono orgogliosa della scelta fatta. Stare con mia figlia è la cosa più bella. Economicamente non stiamo ancora bene, ma chi se ne frega dei soldi. L'amore e tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Mia figlia sorride mentre dorme e questo mi basta.

Molti "curiosi" mi giudicano e mi chiedono il perché della mia scelta drastica, ma ho deciso di fregarli con un sorriso. So che con tanti soldi comprerei tutto a mia figlia, ma non potrei vedere ogni giorno quel sorriso... Adesso lavora mio marito. Riusciamo a far tornare i conti e siamo felici tutti e tre. Io più di tutti perché vedo il frutto del mio amore crescere ogni giorno. E questo mi fa stare bene!

Ringrazio Dio ogni giorno e penso che l'arrivo della mia bimba mi ha fatto capire alcune cose importanti. La vita deve essere vissuta e non bisogna non perdere tempo pensando a un futuro che alla fine non è nelle nostre mani!

di anonima

(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina Facebook)

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