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Forte emorragia e distacco della placenta a 30 settimane: ce l'abbiamo fatta!

di mammenellarete - 15.12.2017 - Scrivici

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Fonte: flickr.com
Non ho avuto una gravidanza spensierata. A 30+6 ho avuto una forte emorragia e il distacco della placenta. Sono arrivata in ospedale terrorizzata, in lacrime con la paura folle che potessi perderlo. Fui operata d'urgenza e i medici ci salvarono

Ho sempre desiderato avere dei figli e il mio sogno si era concretizzato con la nascita di Lorenzo. Un parto un po' difficile, ma niente che non si potesse superare.

Dopo un paio d'anni ho cominciato a parlare con mio marito di quanto desiderassi un altro figlio, anche per dare una compagnia a Lorenzo. Non ho nulla in contrario contro i figli unici, ma non è mai stata mia idea avere un bambino solo, anzi nella mia testa pensavo già a come avrei potuto convincere la mia dolce metà ad un eventuale terzo pargolo...

Rimasi incinta, ma purtroppo la gravidanza non giunse alla sua naturale conclusione, persi il mio piccino alla diciannovesima settimana. Nonostante la sofferenza, o forse anche a causa di quella appena il dottore ci diede via libera cominciammo a riprovarci.

Così a fine 2014 rimasi di nuovo incinta, questa volta ero più controllata e prendevo l'aspirinetta. Non fu una gravidanza spensierata, anche se cercai di viverla nella maniera più serena possibile. Avevo sempre paura che potesse succedere qualcosa. Non volli fare nemmeno l'amniocentesi per paura che potesse creare qualche complicanza.

Verso la 28^ settimana il ginecologo mi disse che avrei potuto interrompere la cardioaspirina e fu quello che feci. Non so se sia stata significativa l'interruzione della terapia, fatto sta che a 30+6 ho avuto una forte emorragia e il distacco della placenta. Sono arrivata in ospedale terrorizzata, in lacrime con la paura folle che potessi perderlo. Fui operata d'urgenza e i medici ci salvarono. Quando mi risvegliai in rianimazione non c'era nessuno che sapesse darmi informazioni su Raffaele. Dovetti aspettare fino a quando mia mamma, che piantonava la porta in attesa dell'orario di visita, non disse alle infermiere di avvisarmi che il mio piccolo era vivo e stava relativamente bene.

Furono momenti difficili, anche perché la mia emorragia non diminuiva e correvo il rischio che mi dovessero asportare l'utero.

Passai tre giorni in cui ero più annebbiata dalla morfina che altro, ma alla fine l'emorragia cessò.

Vidi il mio guerriero per la prima volta dopo una settimana e potei finalmente toccarlo e accarezzarlo. Era così piccolo che avevo paura di romperlo.

Le prime due settimane furono di pura ansia, ma lui era un combattente. Infatti trascorsi i primi giorni cominciò a respirare in maniera autonoma e a tre settimane era fuori dalla culla termica. Dovemmo aspettare che raggiungesse un peso adeguato, le analisi fossero a posto e imparasse a nutrirsi da solo prima di poterlo portare a casa.

Comunque dopo un mese e mezzo potemmo farlo. E finalmente anche Lorenzo poté conoscere il suo fratellino. Raffaele è il mio miracolo e insieme a Lorenzo la mia vita.

di Alessandra

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