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Ernia diaframmatica congenita alla nascita: il mio Christian si è aggrappato alla vita

di mammenellarete - 02.09.2016 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Dopo la nascita di Christian, un anestesista prese il bambino. Lo sedò e lo intubò. I dottori chiamarono mio marito e portarono via di corsa il bambino in un altro ospedale pediatrico dove c'era la TIN. Sentii il responso: era ernia diaframmatica congenita. Arrivato all'ospedale pediatrico i medici dissero a mio marito che la situazione era molto grave. Per fortuna, dopo tre interventi e tanta paura che le cose potessero degenerare, tutto si sistemò. Ora Christian è un bellissimo bimbo di due anni.

Il 22 maggio 2013: dopo solo 3 mesi di tentativi scoprii di essere nuovamente incinta. Avevo già una bimba di quasi 4 anni e stavo insieme a mio marito da 7 anni. La gravidanza all'inizio mi fece provare cose mai avute con la prima: la tanto temuta nausea, con conseguente vomito. All'inizio persi peso invece di prenderlo, ma tutto sommato stavo bene.

I mesi passarono e il 20 settembre alla morfologica scoprimmo di aspettare un maschietto: Christian. Il ginecologo mi confermò che il piccolo stava bene e che era tutto a posto.

A gennaio feci gli ultimi esami e mi programmarono il cesareo per il 24. Cesareo programmato perché lo avevo fatto anche per la prima dopo ore, ore e ancora ore di travaglio.

Il 23 gennaio alle 17 il ricovero. Mi visitarono e mi fecero un'ultima eco e io ero super agitata. Mio marito più di me. Il 24 dopo una nottata in bianco alle 8 giunsero in stanza le infermiere per prepararmi.

Tra una flebo e l'altra giunse mio marito che prima portò all'asilo la grande. Dopo il catetere vidi arrivare anche i miei genitori, visibilmente tesi, ma felici per l'arrivo del secondo nipotino.

Alle 10.15 mi vennero a prendere e mi portarono giù. Io che fino ad allora ero stata calma scoppiai in un pianto a dirotto. Arrivata giù mi fecero l'anestesia spinale e alle 10:49 nacque la mia pulce. Lo sentii piangere. Ma la pediatra che era con me si accorse subito che il bambino aveva qualcosa che non andava: iniziò così il nostro incubo.

Chiamarono la sala raggi e un anestesista che prese il bambino. Lo sedò e lo intubò. Io in tutto questo non vidi mio figlio. Chiamarono mio marito e portarono via di corsa il bambino in un altro ospedale pediatrico dove c'era la TIN.

Sentii il responso: era ernia diaframmatica congenita.

Arrivato all'ospedale pediatrico i medici dissero a mio marito che la situazione era molto grave e che non sapevano se il piccolo sarebbe arrivato alla sera.

Il mio cucciolo passò la notte e la mattina dopo decisero di operarlo ad appena 24 ore di vita. Io sempre in ospedale vidi mio figlio in foto per la prima volta: bello come il sole. Pesava 3600 kg ed era lungo 55 cm. L'operazione per fortuna andò a buon fine.

Perfino il chirurgo che lo operò, scoppiò a piangere a "lavoro" finito e quando davanti alla sala d'attesa che nel frattempo si era riempita di parenti passò Christian nella sua culletta termica, partì un applauso da stadio per il mio angioletto che, così piccolo, dovette un'operazione non da poco.

Nel frattempo mi dimisero dall'ospedale e io ogni santo pomeriggio andavo in rianimazione da lui che era ancora sedato e intubato. I giorni passarono e lui sembrava reagire bene fino a quando una mattina suonò il telefono: "Signora venga giù! Chri sta di nuovo molto male".

Gli era andata l'acqua nei polmoni ed era di nuovo sul filo del rasoio. Lo spostarono su un altro macchinario che lo fece oscillare tutto e con un drenaggio sotto l'ascella gli fecero scendere piano piano l'acqua dentro ad un serbatoio.

Per la terza volta Chri si aggrappò alla vita e ce la fece. Il 3 marzo lo dimisero dalla rianimazione e l'11 sempre di marzo dopo 46 giorni di calvario me lo portarono finalmente a casa. Adesso sta bene, molto bene per fortuna. Ha 2 anni e mezzo e insieme a Melania è la mia unica ragione di vita.

di mamma Erika

Aggiornato il 20.07.2017

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