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"La mia gravidanza: un dono della mia mamma in paradiso"

di mammenellarete - 04.05.2016 - Scrivici

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Ho perso mia madre quando avevo 22 anni: per me fu un grande dolore. Dopo neppure un mese andai a convivere con il mio ragazzo; non sopportavo il dolore di vivere in quella casa. E dopo neppure una settimana, la sorpresa! Ero incinta! Non era cercato, ma secondo me è stato un dono della mia mamma in cielo. Che ha vegliato su di me anche quando ho avuto un parto complicato...

Avevo appena 22 anni quando una brutta malattia portò via mia mamma, la mia migliore amica! Con il cuore a pezzi decisi di andare a convivere solo un mese dopo la sua morte perché il dolore di restare in quella casa piena di ricordi era troppo forte.

E così iniziò la mia avventura, ma una settimana dopo scoprii una gravidanza non certo attesa. Io e il mio compagno con gioia accettammo questo dono, che io credo tutt'oggi mi abbia mandato mia mamma. Così procedette tutto bene.

Fino a quando a sei mesi di gravidanza un altro lutto ci colpì improvvisamente: mio suocero! Un uomo buono e speciale, un nonno che aspettava il primo nipote con ansia ma che purtroppo non avrà mai modo di vederlo.

Con fatica e dolore, tanto dolore, giunsi alla scadenza del parto. Ma nulla, il mio piccolino stava lì nella pancia tranquillo. Intanto si avvicinava il natale! Il 23 dicembre iniziai ad avere i primi dolori e dopo una notte in piedi tra docce e tisane andai in ospedale, ormai dilatata di 6 cm.

Mi ruppero le acque alle dieci di mattina e alle 12 mi dilatai del tutto, ma io nonostante le mie dolorose contrazioni, non riuscii a sentire le spinte. Ci provai con tutta me stessa fino alle 17.30, quando decisero di farmi un cesareo d'urgenza. Ero ormai sfinita e così alle 18.05 del 24 dicembre nacque Christian, il mio regalo di Natale.

Sfinita mi godetti quei momenti unici con mio figlio e il mio compagno. Ma qualche giorno dopo, quando ero quasi pronta per andare a casa, mi salì la febbre e per paura di una possibile infezione post-cesareo mi fecero in vena una flebo di antibiotico.

Tre minuti dopo di corsa arrivarono medici e infermieri della rianimazione. Avevo appena avuto uno shock anafIlattico. In quei terribili momenti, quando ti portano via tuo figlio di corsa e ti attaccano all'ossigeno, ti passa la vita davanti.

E io ho pensato a lei, a mia mamma, che mai avrebbe voluto avermi con sé in paradiso. Così mi sono ripresa anche questa volta, ma con un dono in più. Vivere la vita da capo con una mia famiglia ed essere io mamma!

(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)

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