Diventare mamma di due gemelli all'improvviso al settimo mese di gravidanza. Un parto inaspettato. Cecilia era in vacanza. Questa è la sua storia.
Cecilia cosa vuol dire diventare mamma alla ventisettesima settimana di gravidanza?
Allora nascere prima del tempo vuol dire nascere improvvisamente in un momento in cui nessuno se lo aspetta. Vuol dire perdere la pancia improvvisamente e non aspettarselo. Io e mio marito eravamo in vacanza, stavamo facendo l'ultimo viaggio prima della nascita dei bambini. E invece loro sono arrivati proprio mentre eravamo in vacanza.
Eravamo ad Ancona, a 400 chilometri da casa, e inaspettatamente si è rotto uno dei due sacchi. Sono stata ricoverata in ospedale con la speranza di poter portare avanti la gravidanza il più possibile. In realtà due giorni dopo è iniziato il travaglio e quindi, con un cesareo d'urgenza, i bambini sono nati. Da quel momento è iniziata la nostra avventura di genitori prematuri. Abbiamo fatto più di due mesi di terapia intensiva neonatale, affrontando e conoscendo un mondo che nessuno dovrebbe conoscere né per un giorno né per tre mesi. Però per fortuna esistono questi reparti: dentro c'è un personale fantastico che aiuta, tutti i giorni, a salvare bimbi che nascono prima del tempo. Come i miei, che sono arrivati a ventisette settimane.
Poi c'è l'esperienza della terapia intensiva neonatale: cosa significa?
La terapia intensiva neonatale è un'avventura che, come dicono il primo giorno in cui entri, è fatta di un passo in avanti e di dieci indietro perché questi bimbi non sono solo piccolissimi, ma hanno la necessità di portare a termine la loro crescita come se fossero nella pancia della mamma. Eppure sono fuori dalla pancia e hanno tantissime problematiche legate alle infezioni e al dover far crescere organi interni che non sono ancora sviluppati, con problemi respiratori.
C'è un episodio che racconto sempre: un esame della vista che i bimbi hanno dovuto fare durante il ricovero prevedeva la somministrazione di una goccia di collirio.
Quella piccolissima goccia li mandò in crisi, ebbero una grosse crisi respiratorie, insomma fecero tanti passi indietro. Tutto ciò per una sciocchissima visita oculistica, per una stupidissima goccia di collirio. Quel momento fu abbastanza drammatico.
C'è un oggetto che ti lega a quest'esperienza: un cuscino...
Esatto, è il cuscino per l'allattamento. Non è un oggetto strettamente legato agli 80 giorni in terapia intensiva, ma è un oggetto che abbiamo trovato nel momento in cui siamo tornati a casa. È un cuscino per l'allattamento gemellare, che consente la posizione a "rugby" e permette di reggere i bimbi al seno in maniera più comoda, perché è molto strutturato. Per me ha rappresentato proprio l'immagine della mamma che torna a casa con i suoi bambini. Il cuscino per l'allattamento è l'oggetto che tipicamente tutte le mamme hanno. Ed è l'unica cosa che ho conservato di quel primissimo periodo: tutte le altre le ho donate volentieri.
Da mamma a mamma
Non sento di poter dare consigli, ma preferisco fare un appello, dal profondo del cuore, a tutte le mamme che stanno allattando in questo momento, dicendo loro di donare il proprio latte. Contattate la banca del latte più vicina e donate il vostro latte perché il latte materno è oro per tutti i bimbi e lo è ancora di più per i bimbi prematuri. Io sono sicura al cento per cento che i miei bambini ora sono in forma e splendidi anche grazie al latte materno che hanno ricevuto nei primi giorni.
di Cecilia