Sono Cristina, mamma di Allegra di 3 anni. Io e il mio compagno abbiamo cercato un bimbo per ben sei anni.
Io ho la Pco e una tuba chiusa. Sei anni di rapporti mirati, ormoni, vitamine. Due Fivet andate male e poi così, per miracolo, la nostra piccola é arrivata naturalmente.
Una gravidanza da sogno, senza alcun disturbo o problema, se non i kg di troppo che ho messo! Sì avvicina la data presunta del parto, come prassi faccio colloquio con anestesista, prericovero, esami ematochinici vari e le ultime eco.
Allegra si presenta cefalica già a cinque mesi, quindi a parte qualche suo ultimo scherzo, sapevo che avrei avuto un parto naturale. Mi spaventava come succede a tutte le future mamme, ma si sarebbe fatto tranquillamente.
Il venerdì 16 marzo avevo superato il termine di 3 giorni ed ero d'accordo con le ostetriche che sarei andata in ospedale per uno scollamento delle membrane, ma la notte ho iniziato il travaglio. Piano piano contavo le contrazioni e vedendo che erano ancora lontane tra loro, decisi di tornare a letto. Dopo un'ora si ruppero le acque: liquido tinto. Ci prepariamo e andiamo in ospedale.
Entro al pronto soccorso
Mi fanno accedere al pronto soccorso ostetrico, monitoraggi vari, i dolori aumentano a dismisura e decidono di portarmi in sala parto. Da lì inizia il mio calvario. Avevo flebo di antibiotico per il tampone positivo quindi non potevo muovermi se non sul letto per partorire.
Volevo andare in bagno per camminare, ma se non era per me che mi impuntavo non mi avrebbero fatta andare. I dolori aumentano e chiedo epidurale. Nelle ore seguenti la chiesi altre volte. Intanto io sono sempre collegata al monitoraggio per controllare la bimba.
Vedo un andirivieni di ostetriche, medici, infermiere. Ma nulla. Passano le ore, e precisamente 7.
Sono completamente dilatata, optiamo per iniziare a spingere. Nulla. Ancora, nulla.
I medici e infermieri intorno vedo che inziano ad agitarsi, essere un po' nervosi. Non capisco. Una ginecologa interviene proponendo un cesareo, ma l'ostetrica le dice che ormai ci siamo quasi. Optano per la manovra di Kristeller. Qualcosa di disumano da fare davvero. Tu sei lì che lotti con i dolori e questa manovra che dovrebbe aiutarti, ti toglie il fiato. Niente anche con quello.
Decidono di portarmi in sala operatoria, e provano un'utlima cosa. La ventosa, o Kiwi. Mi chiedevano di spingere, ma ormai le varie dosi di Epidurale e la stanchezza non mi fanno sentire più nulla se non un dolore lancinante.
Qualcosa non va
CESAREO D'URGENZA urlano. E mentre l'anestesista, (l'unica figura un po' umana in tutto questo) mi prepara per la spinale tutti intorno a me corrono e prendono posto. Capisco che qualcosa non va. Mi spavento, lo dico all'anestesista che richiama tutti alla calma. Poi tutto intorno a me gira, sono debole, ho sonno, non ricordo più molto. Ad un certo punto l'anestesista che é rimasta tutto il tempo dietro di me a farmi carezze mi avvisa che la bambina é fuori. E un lampo mi passa in testa: MA NON L'HO SENTITA Piangere, le dico. Mi dice che l'hanno portata via. Mi ricuciono, mi spostano in sala relax.
Ora si prendono cura di me perché durante il parto la pressione mi é schizzata e mi é venuto un febbrone. Dopo arriva il mio compagno con un camice insieme alla ginecoloca che inziia a dirmi cose assurde per me. La bambina sta male. Non c'era battito, rianimata ma troppo senza ossigeno. Se supererà la notte avrà dei gravi danni neurologici. Credevo mi stessero prendendo in giro. Ma come? La bambina era santissima fino prima del parto.
Ma non capivo, che il problema era stato proprio il parto. Asfissia ipossico ischemica. Passo la notte sveglia a cercare su internet, pessima idea. Passa l'ostetrica in camera mia a scusarsi, ma io non capisco ancora la gravità della cosa. Finché il giorno dopo, tolto il catetere, vado in tin a vedere per la prima volta la mia bambina. Un cumulo di fili, aghi, monitor. In Tin c'é una legge silenziosa. Gli infermieri non ti diranno mai nulla e i medici, se possono evitarti lo fanno. Ma non é cattiveria, nemmeno loro sanno darci risposte esatte e certe. Solo il tempo potrà darci risposte mi dicevano.
Apre gli occhi e mi guarda
Passano i giorni, io stimolo il seno con il tiralatte perché la piccola non é ancora pronta. Dorme spesso e alcuni episodi di convulsioni l'hanno buttata a terra. Fino ad una sera, in cui apre gli occhi, mi guarda e credeteci o no, mi é arrivata la montata lattea. Me la danno in braccio, si attacca senza alcun problema, ha fame! (uno dei migliori segni è la suzione). Appena la vede il nostro pediatra ci 'caccia' dalla Terapia intensiva e ci manda in Patologia neonatale. Un passo prima della dimissione chiedo al pediatra la situazione. Lui mi dice che la bambina sta bene secondo lui. Ma per avere certezze su probabili danni al cervello dobbiamo fare una risonanza magneticha. Nel frattempo ci mandano a casa. Io piango ogni giorno, capisco che é una bambina in salute, si vede mi dicono tutti. Ma se il cervello avesse subito danni? Finalmente otteniamo l'esito. La risonanza é pulita, nessun danno celebrale dovuto all'assenza di ossigeno durante il parto. Anche i medici erano sbalorditi. Una bambina miracolo. In questi anni siamo in follow up con una neuropsichiatra per monitorare la sua crescita e sviluppo, che grazie a Dio é perfetto.
Io posso capire che tornare a far partorire naturalmente la donna sia più che giusto. Ma fino ad un certo punto. Accanirsi no. Rischiare la vita di un bambino e di sua madre no. Un consiglio: partorire in strutture che hanno un Tin. Davvero, un consiglio spassionato.
Di mamma Cristina
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