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"La nostra vita nella red zone": la storia di Monica, mamma (e nonna) di Casalpusterlengo

di mammenellarete - 28.02.2020 - Scrivici

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La testimonianza di Monica, mamma di due figlie che vive a Casalpusterlengo, nella zona rossa, l'area che è stata messa in quarantena a causa del Coronavirus. Ecco come Monica sta trascorrendo con sua figlia in isolamento questi giorni concitati.

In questo articolo

Ciao, sono Monica, un mamma di Casalpusterlengo. "COME CASALPUSTERLENGO?!!? ARGH, NEL CUORE ZONA ROSSA CONTAMINATA DAL CORONAVIRUS, IL PAESE DI QUELLI CHE STANNO IMPESTANDO IL MONDO CHE NEMMENO I CINESI?".


Ehm...pare di sì, dall'esterno almeno, ma è anche il paese con il nome più storpiato dai giornalisti di tutto il mondo, che fino a 5 giorni fa non se lo cagava nessuno, nemmeno se ci dovevano passare in autostrada per scendere verso Sud. Vivo qui dalla nascita, dapprima con la mia famiglia d'origine (che si è trasferita in Sardegna da 11 anni, ci han visto lungo loro!), poi con i miei due mariti e le mie figlie.


No no no, non sono poligama! Solo sfigata con gli uomini di cui mi innamoro, che poi sposo e coi quali faccio figlie, ma uno alla volta, sia chiaro. Ora ho due ex mariti che vivono entrambi fuori dalla famigerata Zona Rossa, e due figlie meravigliose, di 24 e di 15 anni.

La grande, Denise, vive a casa sua con marito e la loro Petra, di sei mesi; sta molto bene ed è una delle poche mamme che non è limitata dalla quarantena e continua lavorare: fa l'infermiera. Nemmeno la minaccia virale la tiene lontana dai nonnini della Rsa casalina in cui è occupata da oltre 2 anni.

E non è nemmeno preoccupata di contrarre il coronavirus: "Mamma, tranquilla, uso mascherina e guanti come ho fatto anche lo scorso anno, durante l'epidemia di virus gastrointestinale che aveva devastato i reparti: io sono stata bene, basta attenersi alle prescrizioni preventive!". Orgoglio di mamma.

Meno di nonna, visto che il pensiero maggiore va alla mia nipotina, che comunque sta passando questa quarantena beata e felice a casa col suo babbo: gioca, sta imparando a lallare, divora Plasmon usando i soli due nuovissimi dentini che ha ed esce a farsi dei giretti al sole, sulle nostre stradine di campagna, quando torna a casa anche sua madre.

Venerdì anche noi eravamo al pronto soccorso di Codogno

La seconda, Camilla, ha 15 anni e vive con me. Venerdì scorso, mattina prestissimo, avrei dovuto accompagnarla al Pronto soccorso di Codogno (esatto, la fatidica "culla del contagio") per un controllo ortopedico a seguito di un infortunio scolastico, e quindi ha patito con me da subito l'incredulità e la paura da quando ci siamo sentite dire: "Non potete entrare, il P.S. è chiuso per coronavirus".


Da lì siamo entrate nel vortice delle notizie più o meno veritiere, centrifugate da messaggi e notizie radio, che ad oggi non sono ancora terminate. Tornata da scuola alle solite 12.45 di ogni venerdì, ci siamo chiuse in casa come consigliato da una tempestiva ordinanza sindacale (seguita in poche ora da una regionale, poi da quella, definitiva, ministeriale, lette tutte su FB) e abbiamo fatto quello che di solito facciamo il venerdì sera: cuciniamo e mangiamo.

Solo molto più della norma, sicuramente troppo per il dovuto. Ecco, abbiamo capito che a noi lo sconforto e la clausura forzata mettono appetito... cosa che già ci ha fatto stabilire di cominciare una dieta ferrea una volta passata 'sta buriana. Seee, staremo a vedere!

La nostra vita nella "red zone"

Camilla è una ragazza seria, le cose le affronta di petto; infatti dopo le prime ore trascorse a farmi domande assurde, alle quali ovviamente non ero in grado di dare risposte certe, ha sentenziato: "Ho già capito che è inutile parlarne con te, guardiamo un Tg". Il primo di una serie infinita!


Convinte ma non rassegnate e, soprattutto, in salute, stiamo trascorrendo le giornate gomito a gomito, ognuna persa nelle proprie attività domestiche: io lavoricchio su Fb dove gestisco il gruppo cittadino "Sei di Casalpusterlengo se...", pulisco con la candeggina anche i muri, più per passare il tempo che per igiene mirata, telefono agli amici in isolamento, leggo, esco a passeggiare in campagna.

In attesa della primavera

Camilla mi accompagna fuori di malavoglia, ma per qualche salutare chilometro riesco a trascinarla; fa i compiti che le inviano quotidianamente i prof. del Liceo Classico Novello di Codogno dove frequenta il secondo anno, chiama le amiche e si scatta una media di 2 milioni di selfie allo specchio, provando outifit per qualsiasi stagione, occasione, evenienza (per i prossimi 3 anni, credo!). La stiamo prendendo bene, dai.


Ovviamente la preoccupazione per la salute di tutti permea ogni nostro istante insieme a quella della incombente crisi economica che sta causando questo stop forzato nella vita di ogni giorno.


Se ci sale lo sconforto, ci facciamo un po' di coccole, ci raccontiamo che sfanghermo anche questa alla grande. E poi fuori c'è il sole, la primavera è qui che ci aspetta, abbiamo intenzione di andarle incontro senza mascherina, cosi vede che stiamo sorridendo!


di Monica, 46 anni, mamma, di C A S A L P U S T E R L E N G O

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