Ebbi mia figlia Gaja circa sette anni fa. Per tutta la gravidanza stetti male, mi accadde di tutto e di più, poi iniziarono ad andare male le cose con il mio ex marito. Lui beveva e mi picchiava, anche in gravidanza.
Da lì inizio la mia depressione, io non volevo più la bambina, i medici dicevano che la bimba dentro di me stava bene, ma io ero distrutta. Dall'ottavo al nono mese le cose per me iniziarono ad andare meglio e mi feci forza, finché non nacque la piccola.
Mia figlia era sana e in forma. Io ritornai con il mio ex e dopo tre mesi dalla nascita di mia figlia rimasi di nuovo incinta. Era maschietto, proprio il mio sogno. Speravo mio marito cambiasse, ma lui non cambiò, continuava a bere e a insultarmi.
Decisi quindi di allontanarlo per sempre e con l'aiuto dei miei genitori, riuscii a uscirne fuori. Lui tornò dai suoi genitori.
Dopo tre anni incontrai un compagno bravo e generoso e che voleva bene ai miei bimbi, ma dopo qualche anno le cose cambiarono: lui divenne assente ed era grande la distanza che ci separava.
Ora come ora ho di nuovo l'appoggio dei miei genitori, ma mi sento ugualmente sola anche se lui non mi vuole lasciare, ma a me dà fastidio starci insieme: tanto mi aveva dato tanto mi ha tolto.
Devo decidere se stare sola o no.
E se non ce la faccio?
Soffro di solitudine da una vita e ho un grande vuoto dentro per il mio passato drammatico.
di Patrizia
(storia arrivata come messaggio privato sulla pagina Facebook editata dalla redazione)
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La violenza sulle donne è un dramma ancor oggi attuale. Le statistiche sono agghiaccianti. Le Nazioni Unite stimano che nel mondo una donna su tre abbia subito violenze fisiche o sessuali, nella maggioranza dei casi da parte del partner o di un familiare. E l'Italia non è certo esclusa da questo fenomeno. Sono centosedici le donne che sono state uccise nei primi 10 mesi del 2016. Più di una ogni 3 giorni e rispetto all'anno precedente appena il 3,3% in meno (erano state 120). Uccise da mariti, fidanzati, compagni. Perché a uccidere sono per la maggior parte uomini, uomini che hanno un legame con la vittima.
Abbiamo intervistato la psicologa Luisanna Porcu, dell'associazione Onda Rosa di Nuoro, uno dei centri antiviolenza della rete D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), per sapere quali passi bisogna fare per uscire da una situazione di violenza domestica. Leggi qui l'intervista e cosa fare.
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