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Traslocazione bilanciata del cromosoma 1 e 22. Dopo quattro aborti, non mi sono arresa

di mammenellarete - 24.07.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Dopo quattro aborti e dopo gli esami genetici, ho scoperto di avere una "traslocazione bilanciata del cromosoma 1 e 22". Però , con i dovuti accorgimenti, non mi sono arresa e ho lottato. Sono contenta di averlo fatto, altrimenti il grande amore della mia vita non sarebbe tra le mie braccia . Ma un consiglio lo voglio dare: non mollare mai se veramente si desidera qualcosa! Mai arrendersi!

In questo articolo

Mi chiamo Monica e ho 32 anni e vi voglio raccontare la mia storia, iniziata nel 2017. Io e il mio compagno decidiamo nel 2016 di comprare casa per allargare la famiglia. Abbiamo sempre desiderato case grandi perché ci piacciono molto i bambini e a gennaio 2017 troviamo la casa dei nostri sogni, comprata e ristrutturata.

A luglio ci andiamo ad abitare e decidiamo di cercare subito un figlio. A novembre rimango incinta: sono così felice, non abbiamo dovuto aspettare più di tanto! Il 23 dicembre faccio la prima ecografia e va tutto bene: si vede un piccolo puntino e la mia ginecologa mi dice che nostro figlio/a è circa di 6 settimane, essendoci le feste di mezzo.

La ginecologa mi dice di stare tranquilla, di godermi le ferie e che ci vedremo il 10 gennaio per i primi esami del sangue e per sentire il cuore. Così trascorro il più bel Natale della mia vita. Non vedo l'ora di rivederlo, ma il 10 gennaio quando torno per la visita il cuore non batte. Sono disperata, non mi capacito della cosa.

Il 18 gennaio mi fanno il raschiamento. Sono travolta da un treno e non so come potermi rialzare. La mia ginecologa mi dice: "Aspetta 2 mesi e riprovateci. Può capitare un aborto". Così facciamo: al primo tentativo rimango di nuovo incinta, sono terrorizzata, ma anche felice. Penso questa volta: "Ce l'abbiamo fatta". E invece anche lì, dopo otto settimane, il cuore non batte. Fare un altro raschiamento è pericoloso e quindi mi inducono l'aborto con le pastiglie e lo perdo a casa mia.

Non mi voglio arrendere e quindi dopo 4/5 mesi ci riproviamo, ma il risultato non cambia. Sento sempre quella maledetta frase: "Non c'è battito". Così iniziamo a girare vari ospedali per trovare la motivazione.

Mi fanno un sacco di esami di routine sia a me che al mio compagno. Non trovano niente, così mi danno la cardioaspirina e mi dicono di riprovarci. Così faccio, ma anche per la quarta volta va male. La mia ginecologa ci fa fare gli esami del cariotipo e, al colloquio con la genetista, quest'ultima ci dice di stare tranquilli, poiché che di solito non si trova niente nel Dna.

La nostra storia

Faccio gli esami a gennaio 2019 e due mesi dopo mi arriva la chiamata dalla genetista, che mi dice di andare in ospedale. La diagnosi è "Traslocazione bilanciata del cromosoma 1 e 22". Non me lo aspetto: io mi percepisco sana, come posso avere un problema genetico? Eppure la colpa dei precedenti aborti è la mia. La dottoressa ci spiega le conseguenze e ci dice che al 50% anche altre gravidanze future possono portarmi a degli aborti e che solo nel 25% dei casi potrebbe essere completamente sano come il mio compagno, e nel 25% dei casi come me.

Mi dicono che posso provarci quante volte voglio, ma che il mio corpo capisce da solo che un feto non è sano, non continuando con la gravidanza. Ma mentalmente devo essere io quella forte, perchè chissà quanti altri aborti ci potrebbero essere. Esco distrutta da quell'ospedale, non voglio più figli. Io mi sento sbagliata, sento di avere qualcosa che non va: praticamente è sempre stata solo colpa mia.

Inizio a pensare di andare in Spagna per un utero in affitto. E' vero, non sarà il mio figlio naturale, ma potrò dare al mio compagno il figlio che tanto desidera. Ma lui non accetta questa cosa, così comincia a farmi capire che per le cose belle bisogna lottare e mi dice che io sono una ragazza forte e che mi merito di essere mamma.

Così dopo due mesi di supporto ci riproviamo e rimango nuovamente incinta. Non voglio fare nessuna visita per la paura di illudermi e poi di risentire sempre la stessa frase. Attendo direttamente la nona settimana con la convinzione di dover subire un altro aborto e invece questa volta il cuoricino c'è e batte fortissimo. Mi fanno l'ecografia tutte le settimane fino alla tredicesima settimana, durante la quale mi fanno la villocentesi.

Il risultato è che anche mio figlio avrà la mia stessa traslocazione e sarà come me, ma sano e compatibile con la vita. Ovviamente trascorro una gravidanza in ospedale, perchè, avendo paura di perderlo ancora, ad ogni piccolo dolore o dubbio vado a fare un'eco. Ma lui è sempre lì e non molla. 

E il 10 gennaio 2020 con 10 giorni di anticipo nasce il mio piccolo grande guerriero. Sono contenta di aver lottato, di non essermi arresa, altrimenti ora il grande amore della mia vita non sarebbe tra le mie braccia. Ovviamente è difficile: tutto questo ti mette addosso una corazza che nessuno più riuscirà a toglierti, guardi il mondo in modo differente e devi soffrire tanto. Ma un consiglio lo voglio dare: non mollare mai se veramente si desidera qualcosa! Mai arrendersi! Ho passato due anni di inferno e di pianti continui, ma ora ho il sorriso più bello del mondo e il dolore e la rabbia sono svanite.

di Monica

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