Passi la vita a costruirti le basi per crearti il tuo nido, per fare in modo che tutti i pezzi vadano a combaciare fra di loro e quando giungi a un passo dall'obiettivo ecco che qualcosa arresta bruscamente la tua corsa. Amh: una sigla che dice poco fino a quando non è accompagnata da tanti zeri come nel mio caso. Un anno di tentativi era trascorso, un anno di test di ovulazioni, di creme per facilitare la fecondazione e di rapporti vissuti sempre più meccanicamente con lo scorrere del tempo. Passi il Tsh a 5,30, passi la prolattina alta, ma avere una riserva ovarica a 0.07 all'età di 30 anni è davvero tanta roba.
E da lì la frustrazione, da lì il darti della scema per aver creduto che tutti quegli anni di preparazione alla tua vita ti avrebbero comunque ripagato. In quel triste giorno di dicembre l'unica opzione datami dalla ginecologa era quella di migliorare il Tsh nella speranza di fare in modo che quei pochi ovuli eventualmente a disposizione giocassero tutte le loro carte per donare la vita.
"Ci diamo tempo un anno" mi disse. Eppure il ciclo regolare, mai saltato in 15 anni e passa, doveva pur dire qualcosa. Inizio la cura per la tiroide, per la prolattina, inizio a leggere di ovodonazioni, di procedure per migliorare la riserva ovarica e in me dicevo che sarebbe bastato un solo ovulo buono da fecondare prima eventualmente di entrare in menopausa precoce. Arriviamo alla vigilia di Natale. La cagnolina è da qualche giorno che mi marca stretta. "Lo so Sky, mi sta arrivando il ciclo" le ripetevo amareggiata.
Scarsa riserva ovarica, la mia esperienza
Ma lei insisteva nell'annusarmi. Avevo un test di gravidanza di qualche mese prima ed ero in ritardo di un solo giorno. Lo faccio, fosse solo per consumare quell'ultimo test rimasto e mettermi l'anima in pace visto che sarebbe trascorso del tempo prima che la cura della tiroide avrebbe sortito qualche effetto.
Tempo 1 minuto e spunta la seconda linea. Ero incinta.
E vi dirò di più, le camere gestazionali inizialmente erano due. Quello 0.07 non aveva vinto. Quello 0.07 non aveva più senso. Ho dovuto affrontare un duotest positivo per trisomia 21, una villocentesi che invece attestava il contrario, il diabete gestazionale e la gestosi che ha anticipato il parto di 15 giorni con un Tc d'urgenza.
Ma questa è un'altra storia. Il mio piccolo miracolo si chiama Miriam, la "piccola goccia di mare" che mi sono portata via dalla Sardegna dove io e il padre ci siamo conosciuti 11 anni fa per tenerla per sempre qui con me.
di Angela