Vi racconto oggi la storia di mia figlia Giorgia. È nata ad aprile 2014, era una bambina calma e non piangeva quasi mai. Praticamente una neonata "perfetta". Dormiva e mangiava.
I mesi trascorrevano tranquilli finché a fine giugno a 2 mesi e mezzo si è trasformata radicalmente, ha iniziato a piangere di continuo come se il mio latte non bastasse più. Voleva mangiare sempre, la calmavo con molta difficoltà. In un modo o nell'altro ovviamente siamo andati avanti, ed io per questo episodi pensavo ad uno scatto di crescita o alle coliche.
L'8 luglio 2014 non lo dimenticherò mai. Quella mattina Giorgia piangeva, piangeva, piangeva e non si calmava. Mia mamma presa dallo sconforto continuava a dirmi di portarla al pronto soccorso, perché magari aveva male all'orecchio, magari aveva mal di pancia, insomma tutta una serie di cose che alla fine mi hanno fatto dire "Okay, andiamo".
Iperglicemia. La mia bimba adesso sta bene
Sono le 14 dell'8 luglio, c'è un sole pazzesco, al pronto soccorso ci fanno tutte le domande e io racconto quello che stava succedendo. Finito ci mandano poi in sala d'attesa, Giorgia finalmente riempie il sacchettino di pipì e l'infermiera, dopo aver infilato una striscia dentro, mi guarda e mi dice: "Signora quanto zucchero avete messo nella camomilla che avete dato?". Io ovviamente ho risposto "zero". Fatto sta che mi dice: "Sua figlia è in iperglicemia 567, dobbiamo idratarla subito".
No ferma... aspetta... cosa? Cosa vuol dire iperglicemia, cosa vuol dire 567? Insomma tutte parole mai sentite prima. Ovviamente prendono la bimba dalle mie braccia e suonano il Codice rosso. Piombano su mia figlia 8 infermiere e 4 dottori e io per un attimo ho vaghi ricordi. Sono sicuramente svenuta, ma poi ricordo la corsa con le sirene accese per trasportare la bimba da un ospedale all'altro.
Ricordo lei che piangeva perché non riuscivano a prenderle una venetta e io che volevo solo prenderla e portarla via.
Erano le 16 del pomeriggio e mi ricordo che al posto del sole era arrivato un temporale incredibile. Insieme a quel tempo anche la nostra vita è totalmente cambiata. Mia figlia è diabetica e se quel giorno non l'avessi portata al pronto soccorso (così come mi hanno detto le infermiere) a quest'ora sarebbe un angelo in cielo.
Oggi sorride, parla, cammina, è meravigliosa, è intelligente davvero tanto, è curiosa. Oggi Giorgia vive la sua vita in modo "normale" con il suo amichetto microinfusore che le passa insulina h24. Oggi saprei riconoscere i sintomi, anni fa no. Il motivo del racconto è anche questo. Se avete dubbi, se pensate ci sia qualcosa che non va, non fermatevi, non ascoltate nessuno, piuttosto cambiate specialista, ma andate avanti, perché molte volte i sintomi vengono ignorati, molte volte non approfondiamo e non va bene. Come si suol dire meglio un controllo in più che uno in meno.
di Giusy
