Oggi voglio raccontarvi la mia storia, magari in qualche modo potrete trovare la forza per non mollare. Nel 2012 a 24 anni con mio marito decidiamo di avere un figlio che fortunatamente arriva subito. Tutta la gravidanza perfetta, nessun problema. Dopo 4 anni decidiamo di volergli dare compagnia e lì iniziano i nostri problemi.
Rimango incinta, tutti noi siamo felicissimi, ma la felicità svanisce poco dopo quando alla
sesta settimana cominciano delle perdite e con tutte le punture di Prontogest e Lentogest non riesco a trattenere la gravidanza. Vado dal ginecologo che per scrupolo comincia a farmi fare una serie di esami di malattie autoimmuni, coagulazione del sangue... da questo
scopro di avere tre mutazioni genetiche e quindi di soffrire di trombofilia.
Avendo appreso questa notizia facciamo passare il tempo necessario e ci riproviamo. Rimango nuovamente incinta, questa volta si inizia con altre cure. Eparina, cardioaspirina,
acido folico, vitamine, ovuli di progesterone.
Tutto ciò per arrivare alla nona settimana, sentirmi dire che il feto è bradicardico e che devo ripetere l'eco la settimana successiva.
Passa una settimana con il cuore piccolissimo andiamo alla visita e anche questa volta non c'è più niente da fare. Solo che questa volta il mio piccolo era già formato e non è andato via da solo. Il giorno del mio 30esimo compleanno ho dovuto affrontare una brutta prova, il raschiamento.
Continuiamo con gli esami, facciamo analizzare il feto, è una bambina non compatibile con la vita. Mi è stato detto che se fosse nata sarebbe stata molto malata. Facciamo la mappatura cromosomica sia io che mio marito ma è tutto perfetto, mi fanno fare la risonanza con il metodo di contrasto con risultato utero bicorne. Ma mi dicono che non è quello a causare il problema, arriviamo a toccare il ridicolo con la bonifica della bocca.
In tutto questo la gente attorno mi dice di lasciare perdere che tanto uno lo ho già, di essere contenta di quello che ho e di andare avanti ma più sento quelle parole più entro in un vortice di lotta e depressione, è un misto di sensazioni. Passano altri 6 mesi e ci riproviamo, cambiamo medico, rimango incinta per la terza volta,
subito la cura che è sempre la stessa, ma al secondo controllo alla settima settimana camera vuota.
Ormai il mio stato è devastante, troppo triste, piango notte e giorno, il medico mi dice che non avrei potuto avere figli e di considerare il primogenito un miracolo.
Mi dico: "Se sei riuscita ad averne uno perché non dovresti riuscire a farne altri?!!?". Altri 3 mesi e ci riproviamo, a test positivo mi rivolgo all'ospedale civico di Palermo specializzato in poliabortività che mi manda a fare la visita dall'ematologo che ritiene che la cura fatta ad ogni gravidanza fosse troppo aggressiva.
Il giorno successivo cominciano nuovamente le perdite che si trasformano in un vero ciclo, vado al pronto soccorso ormai convinta di stare subendo un altro aborto ed invece c'è un cuore che batte forte e un grande ematoma tutt'attorno alla camera.
10 settimane a letto con eparina nella pancia e ovuli di progesterone 2 volte al giorno. Superato il terzo mese allo screening scopriamo di aspettare un maschietto che gode di ottima salute, il fratello maggiore sceglie il suo nome e come nelle favole è arrivato il lieto fine.
Il 28 aprile 2020 in pieno lockdown è nato nell'ospedale che l'ha salvato il mio meraviglioso arcobaleno di nome
Marco! Con questo voglio dirvi di non fare vincere gli agenti esterni, le malelingue e la vostra testa!!!
Deve vincere il cuore e la voglia di riuscirci. In bocca al lupo mammine e future mammine.
di Debora