Sono Delia, ora una "vecchietta", che da ragazzina ha avuto un figlio disabile gravissimo per un trauma da parto. Tutto questo è capitato quasi 48 anni fa.
Il padre dopo dieci mesi se ne è andato, disinteressandosi del bambino, gli passava qualche soldino visto che io non potevo lavorare per poter accudire questo bambino così fragile fisicamente ma con un carattere di ferro.
Io e mia mamma, la nonna, ci siamo fatte in quattro facendo terapie ribilitative ma, ancor oggi, Mirko è su una sedia a rotelle, non parla, non mangia da solo o meglio si alimenta con un tubicino infilato nello stomaco.
Nonostante ciò è rimasto un ragazzo con tanta voglia di vivere e di relazionarsi, benché non parli e comunichi con la mimica facciale e con un metodo di comunicazione alternativo alla parola.
Mamma di un ragazzo disabile. La mia storia
Ora la nonna non c'è più ma, da trentasette anni ha accanto a sé un papà nuovo che lo ama più di se stesso, perché i figli non sono di chi li concepisce ma di chi li cresce con amore.
Papà Pasqui ha donato la sua vita a Mirko e sono complici, si adorano. I sacrifici sono e saranno tanti, tante limitazioni ma, di contro, tanto amore.
Io posso solo dire grazie a Mirko, grazie a Pasqui per aver arricchito la mia vita.
Delia
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