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Lutto perinatale. Parlerò per sempre di mio figlio

di mammenellarete - 19.10.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Mio figlio è volato via mentre ero alla 32esima settimana di gravidanza. Ottobre è il mese della consapevolezza sul lutto perinatale: le esperienze come la mia dovrebbero essere sempre raccontate. Una mamma ha bisogno di parlare di suo figlio e io lo farò sempre.

In questo articolo

Salve a tutti. Sono una mamma e soltanto ora ho il coraggio di parlare della mia storia di mamma a metà. Ad ottobre 2019 resto in attesa del mio primo figlio. Gravidanza fisiologica data la mia giovane età: esperienza bella!
 
Il mio bambino, che si chiama Leonardo, è rimasto nel mio grembo fino a 32 settimane. È il 20 maggio 2020, piena pandemia, quando ho una forte emorragia causata da un distacco intempestivo di placenta.
 
Mi ricordo tutto di quella giornata: commissioni a casa, la visita di mia sorella che si ferma a mangiare a casa mia e di mio marito, lo studio per il prossimo esame all'università, la spesa per il giorno dopo, gli operai a casa per alcuni lavori, un giro in auto, la visita ai miei genitori e la cena a casa dei miei suoceri.
 
Nesssun dolore, nessun fastidio. Dopo, mentre mangio un panzerotto, la tragedia. La sensazione di bagnato, il sangue, le urla, le mani e gli abbracci di mia suocera, la paura di mio marito Sebastiano, l'incredulità di mio suocero, l'arrivo di corsa dei miei e gli operatori dell'ambulanza: dolore, freddo, lacrime, tensione, pianti.

Il mio angelo è rimasto nel mio grembo fino a 32 settimane

A poco più di un mese da quello che sarebbe dovuto essere l'arrivo di Leonardo... il vuoto, le braccia e la pancia vuota. Il vuoto, il vuoto per mesi, che continua a farsi sentire nonostante tutto.
 
Quello che vorrei dire ad alta voce è che Leonardo c'è stato, a modo suo, ma è esistito. Ha un nome e una data di nascita. Ha una tomba e un posto al cimitero dove chiunque può andare a dargli un semplice saluto.
 
Ottobre è il mese della consapevolezza sul lutto perinatale: queste esperienze dovrebbero essere sempre raccontate. Così come bisogna trattare questi bambini come esseri umani, con un loro percorso di vita, e non avere paura di nominarli e di parlare di loro.
 
Una mamma ha bisogno di parlare di suo figlio e io lo farò sempre.
 
Per Leonardo che vive con noi...
 
di Mamma Ernestina e papà Sebastiano

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