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Iposviluppo fetale. Il mio bambino ce l'ha fatta

di mammenellarete - 29.11.2021 - Scrivici

incinta
Fonte: Shutterstock
Alla trentaduesima settimana di gravidanza il ginecologo mi avvertì di un iposviluppo fetale. Non sapevo bene che cosa sarebbe potuto accadere. A trentasette settimane, per fortuna, è arrivata la gioia più grande della mia vita, Stefano.

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La mia gravidanza iniziò piuttosto bene. Avevo qualche sintomo, ma tutto sembrava nella norma... Dopo la traslucenza mi riferirono che l'esito era andato bene, ma per sicurezza mi prescrissero la cardioaspirina, dicendomi che era per il timore che avessi più avanti nei mesi la pressione alta.

Pian piano il mio pancione cresceva senza nessun problema. Alla 32esima settimana il ginecologo mi avvertì di un iposviluppo fetale, io ero al primo figlio... non sapevo bene che cosa sarebbe potuto accadere, iniziai a far visite all'ospedale una/due volte a settimana e da lì i percentili divennero la mia paranoia.

"Il bimbo non cresce nella pancia"

Ogni volta dopo i lunghi tracciati e poi l'ecografia la conclusione era sempre la stessa: «Signora, il suo bimbo ha difficoltà a crescere, ci vediamo la prossima settimana».

Io non sapevo che fare, iniziai a darmi colpe che sinceramente non avevo, pensavo che forse avevo esagerato con il lavoro e queste erano le conseguenze.

Ma arrivati alla 36esima settimana la situazione non migliorava. Allora decisero di farmi un cesareo programmato perché il bambino rischiava di non crescere più nella pancia.

Mi ricoverarono due giorni prima del parto per farmi delle punture per i polmoni del piccolo. E a 37+1 alle 9.53 è nato la gioia più grande della mia vita. 2.080 kg di amore, Stefano.

di Deborah

(storia arrivata alla pagina Instagram di Nostrofiglio.it)

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