La mia piccola Sofia è nata il 4 aprile 2020, durante una pandemia mondiale, in un anno bisestile... fortuna la dovevo chiamare! La sua storia inizia il 4 mattina quando mi sveglio in una pozza di acqua e penso di essermi fatta la pipì addosso! Mi asciugo e mi rimetto a letto, ignara di tutto e un po' preoccupata... mai successo!
Dopo pranzo sento un dolore lancinante e penso sia il ciclo. Il mio compagno mi suggerisce di andare a letto a riposare e così faccio. Ma il dolore non passa, anzi, è sempre più forte. Esasperato dai miei lamenti alle 8 di sera mi porta al pronto soccorso. Penso sia una colica renale come quella che ho avuto un mesetto prima. E invece...
Mi portano a fare un'ecografia e una visita ginecologica e lì scopro di essere incinta! O meglio... in pieno travaglio dilatata di 10 centimetri! Sotto shock. La mia mente si annebbia. Sto per avere un bambino!
Sofia è podalica e i dottori si stanno preparando al cesareo, ma non c'è tempo... Sofia nasce... senza battito. Ho visto un piccolo esserino volare verso la mia spalla, per farci toccare la prima volta, e poi essere portato via, per ridarle la vita. Resta in rianimazione per non so quanto tempo.
Io sono completamente sotto shock e non capisco niente, ore che sembrano minuti e minuti che sembrano ore. La sua situazione appare subito grave perché la piccola non ha ricevuto nessuna cura prenatale. Viene rianimata con dosi di adrenalina. E' di 35 settimane.
Ma la mia guerriera ha ripreso a respirare da sola subito dopo, è forte, e cicciosina. Arriva l'ambulanza speciale per trasferirla in terapia intensiva, dove la monitorano ed eventualmente hanno la possibilità di portarla in ipotermia per farle ripartire le funzioni celebrali.
Ma di tutto questo non c'è bisogno. Sofia è reattiva, in salute. Forte. Fortunata. E io una disgraziata. Perché non sapevo di essere incinta, ma non avevo avuto nessun sintomo, sono sempre stata robusta e la pancia non si vedeva, a parte l'ultimo mese, in cui mi sentivo gonfia, ma davo la colpa alla quarantena e alla cucina! Lei non si è mai mossa dentro di me! Avevo il ciclo più o meno regolare tutti i mesi, ero sotto controllo della nutrizionista e il mio peso era stabile!
All'inizio i medici ci dicono che Sofia deve rimanere in terapia intensiva per 30-40 giorni. Invece dopo tre giorni viene dimessa. La trasferiscono in un ospedale dove restiamo insieme per 10 giorni. In questo periodo ci conosciamo, le chiedo scusa innumerevoli volte, piango tanto e realizzo che sono diventata una mamma, una mamma di una bambina meravigliosa.
I controlli vanno tutti bene: è una bambina sanissima e bella come il sole. La mia guerriera. Ci doveva proprio essere in questo mondo e io dovevo essere la sua mamma. Ci ha stravolto la vita, in meglio perché ci ha ridato la luce e la speranza nelle cose belle. Lei è la mia luce, la mia speranza, la mia "cosa" bella. Lei è la mia vita. Lei è la mia piccola Sofia.
di Martina
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