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Ho un angelo in cielo e due bambini arcobaleno in terra

di mammenellarete - 25.07.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Ho un angelo in cielo e due bambini arcobaleno in terra. Però il messaggio che voglio trasmettere è questo: mai arrendersi, l'arcobaleno arriva per tutti. E non so perché, tutti dicono che il dolore passa. Ma per me non passa, ho ancora un vuoto dentro che non sono in grado di spiegare.

In questo articolo

Sono Michela, mamma di Elvira Anna, nata in silenzio il 9 agosto del 2015 e di 2 splendidi arcobaleni, Chiara, nata il 23 agosto 2016, e Salvatore, nato il 10 agosto 2018. La prima gravidanza è stato un sogno molto desiderato: me la son portata benissimo, a parte la nausea. Avevamo programmato tutto con mio marito con tanto amore.

Il 26 maggio del 2015, durante una normale giornata, alle 8, mentre ero con il mio cane al parco, sono stata aggredita alla 28esima settimana di gestazione da un pastore del Caucaso, che mi ha strappato il bicipite del braccio destro. D'urgenza in ospedale. Ecografia, tracciato: la bambina per fortuna stava benissimo.

Potevano cominciare l'intervento chirurgico del mio braccio. Sono stata ricoverata per una settimana, tutto procedeva benissimo. Poi sono stata dimessa. Fino al primo agosto, quando sono stata ricoverata per gravidanza a termine. I medici facevano tutti gli esami, ero sempre sotto controllo, andava benissimo.

L'8 agosto il mio ginecologo (ormai ex) mi ha detto: "Domani o vuole o non vuole deve nascere... faremo o parto naturale o cesareo". La mattina alle 8 entro in sala parto, rottura delle membrane. Prima flebo di ossitocina. Un ginecologo mi ha detto: "Ti faremo il cesareo, hai l'utero rigido. Non gli ho dato peso.

Alle 14.30 è entrata l'ostetrica di turno, che a quell'ora mi ha fatto la visita. Ha chiamato l'altra ostetrica e mi ha fatto fare tutti i prelievi per il cesareo. Nel frattempo mi hanno fatto tutte le manovre interne con le mani (una tortuta). Non lo auguro a nessuno: mi hanno dilatata loro con le mani perche non mi aprivo.

Ho un angelo in cielo e due bambini arcobaleno in terra

Alle 16 ho iniziato le spinte. Fino alle 18 niente, non voleva nascere, abbiamo chiesto di fare il cesareo. Ma il ginecologo ci ha detto: "No deve nascere cosi". Ecco la frase che non dimentico: "Perche non lo sapevi che dovevi soffrire per partorire? Chi te l'ha fatto fare? Ti è piaciuta la bicicletta e ora spingi".

Continuo a spingere, alle 18.23 la prima decelerazione del battito di mia figlia. Continuo fino alle 20. Mi fanno un altra flebo di ossitocina in più, un adrenalinico perché non ce la faccio nemmeno a tenere gli occhi aperti, sono molto stanca. Alle 20.30 decidono per il cesareo. Mio marito aspetta con i vestitini, io durante il cesareo sento litigare i medici, sento urla e mi chiedo cosa stia succedendo.

Nessuno mi dà una risposta. Finito il cesareo non sento piangere mia figlia ma nessuno mi dà spiegazioni. Alle 23.30 quando esco dalla sala sono i carabinieri ad annunciare la morte di mia figlia. Sono stati chiamati dal ginecologo, che poi è stato condannato e mio marito lo aveva minacciato.

Non me l'hanno fatta prendere nemmeno in braccio. Ho deciso di sporgere denuncia. Nell'autopsia il risultato era "funicolo di 10 cm": la bambina non sarebbe mai nata con il parto naturale. E solo alle 20.30 i dottori avevano deciso per il cesareo. Ma la bambina è nata solo dopo 45 minuti dalla decisione del cesareo.

Condannato a 9 mesi di reclusione. Anche se per me sono pochi. Non mi darò mai pace. Infatti penso a lei tutti i giorni, in ogni attimo. Anche se ho i miei 2 arcobaleno, lei fa parte sempre della mia vita. Per non parlare delle gravidanze successive. Gravidanze ad orologeria: le ho vissute malissimo sempre con la paura.

Però il messaggio che voglio trasmettere è questo: mai arrendersi. Perché l'arcobaleno arriva per tutti.

Non so perché tutti dicono che passa. Ma per me non passa, ho ancora un vuoto dentro che non sono in grado di spiegare. Un dolore che non passerà mai.

di Michela 

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