Ho un bellissimo bambino di tre anni e un grande desiderio di allargare ancora la famiglia. Dopo mesi di tentativi finalmente un ritardo e le strisce del test di gravidanza che si colorano.
La mia felicità però non è destinata a durare a lungo. Poco dopo il test positivo iniziano strane perdite di sangue. Preoccupata vado dalla mia ginecologa che dopo un'ecografia mi dice di stare tranquilla, in utero non si vede ancora nulla ma è normale. È ancora troppo presto! Le beta stanno crescendo e le mie perdite potrebbero essere semplici perdite da impianto.
Le perdite però continuano, anzi aumentano. In più si aggiunge un dolore acuto al fianco, sembra quasi una coltellata. Lì corro in ospedale, il medico mi visita, ma anche stavolta non ricevo risposte né riguardo il dolore né riguardo le perdite. Il ginecologo mi dice: "A volte le gravidanze iniziano così, il perché non si può spiegare".
Gravidanza extrauterina. La mia storia
Torno a casa, in cuor mio so che qualcosa non va. Tutti mi dicono il contrario, ma io sento che non sta andando per il verso giusto. Passano due giorni, le perdite sono sempre più importanti e il dolore è fisso, sempre allo stesso fianco.
Decido di tornare in ospedale (in un altro rispetto al precedente). Al mio arrivo una dottoressa mi fa un'ecografia, mi guarda e mi dice: "Signora, in utero non c'è nulla e il valore delle beta non lo giustifica". Da lì la corsa in sala operatoria, di notte, da sola.
La diagnosi è stata "gravidanza extrauterina con rottura della tuba sinistra". La tuba è stata asportata. Si dice che il tempo guarisca le ferite. Le ferite guariranno sicuramente, ma dentro me è rimasto un grande vuoto.
di Roberta
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