È fine settembre, quando scopro, dopo 7 anni dalla nascita del primo del mio primo bambino, di essere nuovamente incinta. La paura è tanta e le domande mi tediano: ce la farò? Saremo ancora in grado? Come la prenderà il mio bambino grande? Decidiamo allora di comunicarglielo con palloncini colorati e una torta con scritto: "Sarai un fratello maggiore". Lui piange, si emoziona e mi abbraccia forte!!!
Proseguono i mesi. La gravidanza procede bene, le ecografie diventano momenti indimenticabili, tutto va avanti a meraviglia fino a quando arriva febbraio, quel 24 febbraio in cui ci viene comunicato che le scuole chiuderanno perché nell'aria c'è un virus di cui non si conosce nulla, ma soprattutto un virus per cui non c'è vaccino e che è molto pericoloso!
A quel punto inizio a farmi delle domande: le settimane passano, le scuole non riaprono fino a quando in tv ci viene comunicato che non riapriranno per molto tempo. La gravidanza procede, la pancia continua a crescere e diventa enorme. Il ginecologo mi comunica che dovrò recarmi da sola a fare le ecografie, munita di mascherina, guanti e gel igienizzante, perché è pericoloso entrare in ospedale!
Inizia il panico e io inizio a preoccuparmi. Comincia a crescere un po' di paura, ma vado avanti lo stesso, proseguo nelle visite, sempre sola. Dentro quello studio medico l'ecografo mi fa sentire il battito del cuore. Il mio bambino sta bene, ma il suo papà non può vederlo. Arriviamo a maggio, data presunta del parto 19. Il bimbo cresce cresce, cresce, cresce, peso stimato 3.5 kg. Decide di nascere prima.
La nascita del mio bambino nella fase 2
Allora la sera del 13 maggio mi reco in ospedale, perché le contrazioni sono sempre più forti e intense. A quel punto inizia il calvario: mio marito viene lasciato fuori dal pronto soccorso, io vengo chiusa in una stanza DA SOLA, dove mi verrà poi sottoposto il tampone. Le infermiere mi comunicano che fino a quando non avrò l'esito non potrò essere messa in reparto, tanto meno in sala travaglio.
Chiedo se mio marito può entrare, mi dicono di no. "Se hai bisogno ci siamo noi". A quel punto capisco che dovrò farcela solo con le mie forze e che non ci sarà nessuno, vicino a me saremo solo io e il mio bambino. Vengo spostata di corsa, dati i dolori e le contrazioni fitte, in sala parto. Passo lì tutta la notte...
I dolori sono sempre più forti e il mio bimbo inizia a spingere, ma non mi dilato. Vengo visitata alle 5 e l'ostetrica mi dice: "Brava, sei a 8 centimetri". Sono le 7 del mattino, quando l'ostetrica mi guarda e col sorriso esclama: "Micaela sei alla fase finale, sta per nascere chiamiamo tuo marito!". Dopo 10 minuti lo vedo entrare e lo guardo (come se fosse Santa Maria), i dolori sono sempre più forti e più intensi. Si inizia a spingere. Una, due spinte... la mascherina mi schiaccia la faccia, mi manca il respiro, cerco di toglierla e me la rimettono. "Devi tenerla su", esclamano.
Io piango e mio marito cerca da sotto di aprirla per farmi passare un po' di aria, stringendomi forte la mano! L'ostetrica mi dice: "Spingi, sta nascendo Federico!!!". Mi faccio coraggio, io sento di non avere più forze, ma continuo il mio percorso. Dopo 29 minuti sento un pianto. È il pianto più bello in assoluto: la mascherina schiacciata sul mio volto, tutta bagnata. Mio marito tutto coperto, le ostetriche con maschere e visiere prendono il mio bambino e me lo appoggiano sul petto.
A quel punto tutto diventa magnifico, il ginecologo mi guarda e col sorriso mi dice: "È finito questo incubo, ce l'hai fatta, complimenti!". Guardo Federico, è bellissimo. Pesa 4460 kg. Dopo 7 anni, il 14 MAGGIO 2020 ho rivissuto quell'emozione stupenda nel vedere quegli occhi che mi guardavano! È stata un'esperienza molto particolare, che mi ha cambiato tanto, ma il risultato è stato FAVOLOSO!
di Micaela
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