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Cesareo d'urgenza e Tin. Mio figlio ha lottato come un vero guerriero

di mammenellarete - 11.01.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Dopo una gravidanza difficile ho partorito alla 32esima settimana e mio figlio ha dovuto passare 5 giorni in terapia intensiva. Aveva dei valori bassissimi. Ho avuto anche altre dificoltà dopo il parto, ma non ho mollato, mai. Tuttora i medici non si spiegano come sia sopravvissuto con quei valori e stanno ancora facendo accertamenti. Michele adesso ha 2 anni, è il bambino più buono, dolce e affettuoso del mondo, è una fonte inesauribile di allegria e simpatia, parla tantissimo, canta, balla e fa innamorare chiunque. Lui ha lottato come un guerriero vero.

Era il mese di settembre 2016. La mia gravidanza, cercata ed inaspettata, giunse subito, al primo tentativo dopo il matrimonio. Il 20 settembre vidi due lineette rosse sul test, esattamente quattro giorni prima l'arrivo del ciclo e dopo sintomi che prepotentemente si facevano sentire, come nausea, sonnolenza e pressione bassa. Avessi saputo che la nausea h. 24 era il più stupido dei problemi...
Quando arrivai a 14 settimane, una sera, mentre ero a letto, sentii una perdita improvvisa. Corsi in bagno e vidi sangue. Tra mille lacrime scappai in ospedale con i miei genitori, giusto il tempo di riempire di sangue due pantaloni del pigiama.
Distacco di placenta, ma il battito c'era. Una settimana di ospedale e poi un mese e mezzo a letto senza alzarmi nemmeno per mangiare. A febbraio ripresi la mia vita e feci delle belle passeggiate nel pomeriggio. Il 7 aprile sentii dolori strani che non passavano. Andai al pronto soccorso e lì scoprii che avevo delle contrazioni da travaglio.
Mi mandarono in un ospedale dotato di Tin, considerato che ero alla 32esima settimana. In realtà, proprio per la Tin, quello era l'ospedale che avevo scelto per il parto. Arrivai, dopo il tracciato mi ricoverarono e da quel momento iniziarono i miei 35 lunghi giorni in ospedale, attaccata h. 24 ad una flebo che se fosse stata staccata avrebbe causato l'inizio del travaglio.
Durante quei 35 giorni trascorsi tre notti in sala travaglio, feci una risonanza magnetica, mi facevano una visita ogni due giorni ed ecografie, non potevo alzarmi e camminare, farmi la doccia, nè accarezzarmi la pancia. Ma il peggio doveva ancora arrivare.
La mattina dell'11 maggio, al primo monitoraggio dei tre giornalieri, i medici rilevarono un abbassamento del battito e l'ostetrica mi portò in blocco parto. Dopo un altro abbassamento sempre del battito, schizzò a 180 ed il macchinario era praticamente un "biiiiip continuo".
Nel frattempo mi fecero chiamare la famiglia. Iniziò il travaglio, si ruppero le acque, ma era ancora tutto chiuso. C'era un medico che voleva farmi fare il parto naturale, nonostante il battito del mio bambino fosse accelerato. Ma, per fortuna, in sala parto c'era lei, la dottoressa più fantastica del mondo che si prese tutte le responsabilità e procedette per un un cesareo d'urgenza. Una decisione che salvò la vita di mio figlio.
Sì, perchè lui nacque ed io non lo sentii piangere subito. Lo rianimarono per tre minuti e lo portarono in terapia intensiva. Aveva la glicemia a valori bassissimi e trascorse lì 5 giorni. Furono 5 giorni di paure, di suoni di macchinari che andavano in allarme per ogni minima cosa. Una coltellata al cuore ogni volta che lo vedevo in quella scatola di plexiglass, lui che non c'entrava nemmeno (pesava 3 chili e 40 gr). Pensavo che il suo posto fosse con la sua mamma...
Ho avuto altri problemi dopo il parto, ma non ho mollato, mai. Ho allattato, ho vissuto da sola i suoi problemi di reflusso e di apnee: siamo stati una settimana in ospedale per questo. Tuttora i medici non si spiegano come sia sopravvissuto con quei valori e stanno ancora facendo accertamenti.
Michele adesso ha 2 anni, è il bambino più buono, dolce e affettuoso del mondo, è una fonte inesauribile di allegria e simpatia, parla tantissimo, canta, balla e fa innamorare chiunque. Lui ha lottato come un guerriero vero, lui ha voluto esserci, ha voluto riempire la mia vita d'amore, ha voluto dare un senso alla mia esistenza e colorare questo mondo così grigio e debole. Lui è e sarà sempre il mio eroe.

di Annalisa

(storia arrivata sulla pagina Facebook di Nostrofiglio.it)

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