Sono la mamma di Giovanni, che ha sei mesi. La nostra storia è iniziata quando io ero ancora incinta. Le emozioni si susseguivano rapidamente: felicità, paura, quelle che solo una donna incinta può provare. Andai a fare la morfologica e lì la mia ginecologa si focalizzò sul cuoricino di Giovanni...
Le parole furono: "sospetta coartazione aortica". Io sono un infermiera e cominciarono a partire vari ricordi di quando studiavo pediatria. Non vi dico il mio stato d'animo, anzi quello mio e di mio marito. La dottoressa mi mandò da un cardiologo fetale e anche lui confermò il sospetto.
Passarono i mesi e arrivai a 30 settimane di gestazione, decidemmo insieme ai medici di andare a partorire a Torino perché purtroppo a Palermo non esisteva più la cardiochirurgia pediatrica. Armati di tanta pazienza, partimmo tutti: i miei genitori, mia sorella e i miei suoceri.
Coartazione aortica e difetti interventricolari. Dopo due operazioni Giovanni è guarito
A 40 settimane nacque Giovanni con parto indotto e capii cosa è l'amore vero è incondizionato. Venne trasferito in cardiologia e fecero tutti i controlli. A 10 giorni dalla sua nascita Giovanni si coartò e presero la decisione di operarlo in toracotomia. L'operazione riuscì bene, ma si accorsero che Giovanni aveva anche due difetti interventricolari che decisero di non chiudere.
Dopo tre giorni in terapia intensiva Giovanni venne passato in reparto e poi dimesso. La felicità della mia famiglia era grande. Tornammo a casa tenendo Giovanni sotto controllo. Dopo 5 mesi i difetti interventricolari dovevano essere chiusi, questa volta con un'operazione più massiva e più invasiva in sternotomia. Decidemmo sempre con i consigli dei medici di farlo operare in un ospedale in cui trovai i miei angeli...
Operarono Giovanni e l'operazione durò per ben 6 ore, dopo le quali ci furono 8 giorni di terapia intensiva.
Giovanni si riprese bene e velocemente, ma non non dimenticheremo mai. Adesso siamo a casa e Giovanni è guarito! Ho voluto raccontare la mia storia per dare coraggio a tutte le mamme che hanno vissuto questo genere di situazioni, per dire loro di essere fiduciose e sempre positive. Piangete, sfogatevi e poi godetevi il vostro bambino. Adesso io sono la mamma di Giovanni e non più la sua infermiera.
di Marianna
(storia arrivata alla pagina Facebook di Nostrofiglio.it)