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Aborti e mola vescicolare. La vita va vissuta pienamente

di mammenellarete - 22.12.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Ho avuto alcuni aborti e in seguito ho scoperto di avere una mola vescicolare, che sto curando con farmaci chemioterapici. Quest'esperienza, bruttissima, lascia molta tristezza in me, ma anche tanta forza di vivere, sperando che la vita in un futuro far avverare il sogno che ho nel cassetto.

In questo articolo

La mia storia iniziò il 4 luglio 2021, quando scoprii di essere incinta. La felicità prese il sopravvento, ma sentivo dentro che qualcosa non sarebbe andato bene.

Era un anno che sognavo quel momento, prima non potevo a causa delle mie cure per il morbo di Crohn, perché non erano mai usciti studi sulle mie terapie e sulla gravidanza, per cui dovetti aspettare mesi. E poi il vaccino Covid... non c'era sicurezza, dunque aspettai.
 
Da subito non mi sentii bene, la pressione era molto molto bassa. Dovetti stare a casa subito dal lavoro in malattia; dopo circa due settimane scoppiò il calvario più totale. Iniziai con delle perdite scure, poi sangue, ma alle visite videro un embrione con un battito molto debole.
 
Fino a che i primi di agosto, a seguito di assenza di battito, mi fecero un primo raschiamento con conseguente esame istologico perché il sospetto era una mola vescicolare completa, ed il giorno dopo mi trovai ricoverata per infezione.
 
Da lì iniziai ad avere perdite di sangue  sempre più grosse, con metrorragia, per cui seguì un altro ricovero con secondo raschiamento d'urgenza.

Aborti e mola vescicolare

La mia emoglobina scese a 7.5 e rischiai l'asportazione dell' utero per emorragia in sala operatoria, ma poi per fortuna tutto andò bene, anche se fisicamente ero veramente morta. La pressione era bassissima, avevo perso molto sangue.
 
Nel frattempo arrivò l'esito istologico che confermò una mola vescicolare completa, un tumore dell'utero benigno, ma che se non curato avrebbe potuto trasformarsi in carcinoma e andare in metastasi (riassumendo).
 
Quindi l'unica soluzione, mi disse il ginecologo, era la chemioterapia. Iniziai a fare i miei cicli chemioterapici in oncologia, dove sto facendo tutt'ora, e ormai posso vedere la fine, la luce e la speranza di ricominciare a vivere.
 
Quest'esperienza, bruttissima, lascia molta tristezza in me, ma anche tanta forza di vivere, perché mi ha fatto capire che comunque la vita va vissuta in pieno e ci sono persone che queste possibilità la perdono troppo presto.
 
Poi sperando che la vita in un futuro possa regalarmi e far avverare il sogno che ho nel cassetto.
 
di Giorgia 
 
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