Buongiorno. Mi chiamo Elena e ho 19 anni. Vorrei condividere con voi la mia storia per incoraggiare tutte le mamme ma soprattutto quelle che hanno sofferto di DCA, disturbi del comportamento alimentare.
Tutto cominciò quando avevo 14 anni e mi ammalai di anoressia. Non so spiegare come iniziò il mio problema. Sentivo che l'inizio del Liceo avrebbe comportato maggior impegno e io pensavo che non ce l'avrei fatta mai.
Piano piano e senza accorgermene entrai in quel buco nero, ritrovandomi a controllare solo quello che potevo: il cibo.
Non era una questione di perdere peso, ma sentivo che più evitavo di mangiare, più ero nel giusto. Non ero "sporca", vedevo il cibo come un vizio inutile, che faceva perdere tempo.
Meno mangiavo, più mi sentivo in pace con me stessa. Senza rendermene conto mi ritrovai dopo 4 mesi ricoverata in Neuropsichiatria Infantile. Cominciai a girare un sacco di ospedali, cliniche per DCA, comunità per minori.
Tutto ciò perché avevo solo bisogno di essere amata per quella che ERO e non per tutto ciò che FACEVO. Il 28 Aprile 2014, in una comunità in provincia di Biella, incontrai un ragazzo di origini brasiliane.
Ci eravamo persi tutti e due in quel lungo viaggio chiamato ADOLESCENZA e ci buttammo in una storia senza senso, ma piena di sentimento ingenuo ma sincero. Io etichettata come ANORESSICA, con disturbo BORDERLINE, lui BIPOLARE con DISTURBO DEL COMPORTAMENTO.
Tutti i dottori mi ripetevano: "Ma lei da grande non la vorrebbe una famiglia? Si dovrebbe sforzare di mangiare un po". Certo che l'avrei voluta una famiglia, ma non a 18 anni e poi io stavo bene senza le mestruazioni, risparmiavo e non rischiavo di rimanere incinta.
Un mese dopo però le cose cambiarono. Sentivo che dentro di me era mutato qualcosa, infatti feci gli esami del sangue e scoprii di aspettare un bambino.
"Ma dottore, lei mi aveva detto che non avrei più potuto avere una famiglia!" "Elena, io sono un dottore, quello che Dio decide per noi non posso saperlo".
E così eccomi a 19 anni con un angioletto, che mi ha dato la forza di combattere e uscire da quel tunnel. Lei è stata la mia Benedizione, così l'ho chiamata Benedetta.
Un abbraccio a tutte.
di Elena
(storia arrivata alla nostra e-mail)
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Aggiornato il 02.07.2018