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Single e incinta a 15 anni: felice di non aver abortito

di mammenellarete - 06.05.2014 - Scrivici

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Iniziò tutti in nell'estate del 2012, quando ebbi un rapporto per la prima volta con il mio fidanzato (usammo il preservativo). A fine rapporto lui si accorse che si era rotto il preservativo e mi disse che qualunque cosa sarebbe successa, mi sarebbe stato vicino. Ma non mi disse che si era rotto... Dopo un mese lo lasciai perché capii che non provavo niente per lui. In quello stesso mese ero molto stressata infatti le rosse non mi arrivavano, ma quando vidi che anche il mese successivo saltarono mi allarmai e feci un test di gravidanza. Risultò positivo. Quando vidi il risultato decisi subito di abortire, perché avevo 15 anni e non mi sentivo pronta a diventare mamma. L'altro problema era che io e il suo papa non stavamo insieme. Andai a un consultorio e inizia a preparare tutto per andare in ospedale ad abortire.

Il giorno prima dell'interruzione, mia madre mi chiese se ero incinta (lei ha un sesto senso incredibile) e io le dissi di sì e le dissi anche che il giorno dopo sarei andata ad abortire.

Lei mi rispose che mi avrebbe accompagnata e che non mi avrebbe mai lasciata sola.

Arrivò il giorno dell'intervento e mentre andavamo in ospedale mia madre iniziò a chiedermi se ero sicura della mia scelta, se volevo veramente farlo, di pensarci bene e che se volevo lo potevo tenere e che lei mi avrebbe aiutata. Sentendo quelle parole iniziai a pensare e decisi di non abortire più. Arrivata in ospedale dissi la mia decisione e tutti i medici erano felicissimi della mia scelta.

Qualche giorno dopo su facebook mi scrisse il papà di mia figlia e gli dissi di essere incinta. All'inizio mi disse di abortire, ma poi mi disse che sarebbe stato presenta nella vita del piccolo/a.

Arrivammo a 18 settimane e mia madre impaziente di conoscere il sesso mi fece il ciondolo e risultò femmina. A 20 settimane la morfologica confermò.

A 30 settimane mi vennero le contrazioni, andai in ospedale e mi dissero che ero a rischio di parto prematuro; mi ricoverarono per un mese.

Uscita dall'ospedale di consigliarono uno di stare a riposo, infatti smisi di andare a scuola (ci ero sempre andata fino a quel giorno).

Il tempo passava ed ero arrivata a 42 settimane ma la bimba non voleva ancora uscire. Mia madre iniziò a farmi fare di tutto per farmi andare in travaglio. Dopo un giorno mi fece provare il peperoncino brasiliano e mi vennero subito le contrazioni, ma pensavo che fossero quelle preparatorie per questo non sono andata all'ospedale. La sera iniziarono a farsi più forti e mia madre mi costrinse ad andare in ospedale.

Arrivata in ospedale mi visitarono. Ero dilatata di 3 centimetri e mi ricoverarono. Gli infermieri e i medici, sapendo che c'era una giovane ragazza di 16 anni in ospedale, passarono tutti a vedere chi fossi e mi fecero i complimenti per il coraggio che avevo avuto.

Dopo 10 ore di travaglio in ospedale ero arrivata a 5 centimetri. Per questo mi misero una flebo di pitocina. Sentivo pochissimo le contrazioni, infatti ero tranquillissima: passeggiavo, ridevo e scherzavo. (LEGGI ANCHE: 15 anni e incinta)

Dopo 13 ore arrivai a 8 centimetri di dilatazione. Dopo altre 4 arrivai a 10 centimetri.

Quando arrivò il momento di spingere ero spaventatissima, ma mi feci forza e iniziai, con mia madre che mi è sempre stata vicino.

Dopo 5 minuti, alle 12:50, nacque l'amore della mia vita. Ero così emozionata che quando me la misero sopra mi venne solo da dire: "Come sei bella".

La visitarono e per un'ora non l'ho avuta vicina. Mia madre andava a vederla ogni 5 minuti... sembrava più felice di me.

Avvisai anche il papà di mia figlia... era super felice.

Mi portarono in camera e mi dissero che mia bimba stava bene, era lunga 50 cm e pesava 3,016 kg.

La sera venne Andrea (il nome del neo papà) insieme alla madre e al padrigno che non credevano che avevo partorito. Arrivati si emozionarono e mi chiesero di fare il test del dna perché non credevano che fosse figlia sua.

Nei giorni seguenti mi vennero spesso a trovare e vedendo le somiglianze non vollero più fare il test. I primi tre mesi il papà e la sua famiglia venivano spesso a trovarla poi lui si fidanzò e le visite di tutti loro diminuirono.

Il mese dopo anch'io mi fidanzai con un ragazzo che mi sta vicino, che vuole bene a mia figlia e che mi ama.

Il papà di Claudia si fa vedere raramente e per poco tempo. Io sto sempre con lei, non mi ci separo mai, gli faccio da mamma e papà e mia madre mi aiuta sempre e ama la nipote più degli altri 6 nipoti che ha.

Io sono felice di non aver abortito e se dovessi tornare indietro rifarei tutto da capo. Non mi pento di quello che ho fatto. Ora la mia principessa ha 10 mesi e ogni giorno mi fa sorridere e mi dà tanto amore. La amo moltissimo.

Ora ho 17 anni e quando esco, vedo e sento la gente che mi giudica. Non mi interessa, la gente sa solo giudicare.

Sono grata a mia madre per essermi sempre stata vicino e di non avermi mai lasciata sola. E ammiro tutte le ragazze come me che hanno la forza di mandare avanti la gravidanza e di non aver scelto l'aborto.

di Guendalina

(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)

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