A 18 anni mi fidanzai con quello che poi è diventato mio marito. Vivevo in provincia di Avellino e lui veniva lì in vacanza perché i suoi genitori erano avellinesi, ma viveva a a Torino.
Ci fidanzammo e rimanemmo insieme a distanza per 4 anni. Poi mi trasferii a Torino, lasciando l'Università a Salerno (Scienze della formazione) per cercare di fare qualcosa che potesse darmi più velocemente un lavoro.
Iniziai a frequentare scienze infermieristiche a Torino e per 3 anni vissi con lui dai miei suoceri. Quando arrivai al punto in cui mi mancavano solo gli ultimi esami e la tesi, lui volle sposarsi e, anche se io preferivo aspettare, mi convinse.
Ci saremmo dovuti sposare ad Avellino: mia mamma così preparò tutto per il matrimonio. Ma, a due mesi di distanza dalle nozze, lui si invaghì di un'altra e non si volle più sposare. Andò a vivere da solo nella casa che sarebbe dovuta essere nostra dopo il matrimonio.
Io continuai a stare dai suoi per finire la tesi e anche perché non sapevo dove andare... Sarebbe tutto potuto finire qui. Invece, alcuni mesi dopo, lui mi convinse a tornare insieme ed io ci cascai. Rimasi incinta e partorii. Dopo meno di un anno e mezzo diedi alla luce anche la seconda figlia e dopo due anni e mezzo la terza (tutto questo con estrema ansia perché sono epilettica e faccio terapie che non si possono sospendere e sono teratogene).
Poi misi la spirale. Intanto il mio matrimonio naufragava sempre più. Io ero sempre immersa nel lavoro fuori casa e nell'essere mamma, senza un minimo svago... Lui era assorto nei suoi hobby in tutti i suoi momenti liberi.
Malgrado la spirale, rimasi incinta e siccome sarebbe stato il quarto cesareo, oltre agli altri problemi di salute, tutti i medici mi consigliarono di non portare avanti la gravidanza.
Io andai in crisi totale: non volevo un altro figlio perché era tutto sulle mie spalle. Ma poi pensai ci fosse dietro un disegno del fato.
Portai avanti la gravidanza e nacque Luca, il mio primo maschietto. Intanto mio marito si era allontanato sempre di più, fino a tradirmi durante la quarta gravidanza: me lo disse quando il bimbo aveva pochi mesi.
In tutta questa solitudine e depressione, proprio quando il bimbo aveva poco meno di un anno, mi innamorai di un mio collega e iniziammo una storia.
Io però volevo risollevare il mio matrimonio, perciò fui sincera con mio marito. Glielo confessai, sperando che, dopo aver parlato a cuore aperto, si potesse ricominciare tutto da zero. Ma lui dopo un po' andò via.
Adesso sono cinque anni che siamo separati e lui continua a rendermi la vita difficile a livello economico, mi umilia davanti ai bimbi, mi chiama in qualunque modo, è presente solo quanto, quando e se vuole.
Non tiene mai i bimbi, se non due giorni ogni 15 e mi dà soltanto 400 € di assegno per 4 bimbi. Ho un'amarezza profonda per aver perso i miei migliori anni, per aver accettato per troppo tempo di essere trattata male e per aver dato un padre indegno ai miei splendidi figli.
di Carmela
(storia arrivata sulla pagina Facebook di Nostrofiglio.it)
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