Alberto ha tanti amici e ha un grande passione per la pallavolo e per la cucina. La cucina, in particolare, è anche il suo lavoro. Abbiamo incontrato Alberto insieme a papà Ezio. Entrambi sono autori del libro Scoprirsi down (San Paolo).
Ezio cosa ha significato per te diventare papà di Alberto e qual è la scelta educativa che hai fatto insieme a tua moglie?
Quando nasce un bimbo con disabilità non è mai una bella notizia: si piange, non si ride, non si è contenti. La bellezza di questa sfida la si può scoprire cammin facendo e ovviamente noi l'abbiamo scoperta man mano che Alberto cresceva.
Abbiamo effettuato la scelta educativa per Alberto il giorno stesso in cui ci è stata comunicata la sua disabilità (purtroppo ci è stata comunicata in una maniera veramente disumana). Ci siamo detti: lo cresciamo come un bambino normale e non gli facciamo sconti. Se sbaglia lo si rimprovera, se fa una cosa giusta lo si elogia e se fa i capricci finisce in castigo. Punto e senza sconti. Questa è stata la nostra bussola che continua ancora oggi a guidare nella nostra vita di relazione con Alberto.
Alberto, parlaci della tua passione più grande
Il volley! Io gioco in una squadra di Special Olympics, la squadra "Silvia Tremolada". Si chiama "special" perché ci sono dei ragazzi che hanno la disabilità mentale, autistici e ragazzi e ragazze normodotati che noi chiamiamo "atleti partner", cioè quelli che aiutano a giocare i disabili insegnando loro la pallavolo.
Poi alleno anche, come assistant coach, l'under 14 femminile e seguo anche i professionisti di A1, il team Monza. Faccio parte anche della curva dei tifosi, ci chiamiamo i "vero supporters".
Alberto, il tuo sogno nel cassetto quale sarebbe?
Il mio sogno nel cassetto è di aprire una mia attività e pensavo ad una "doppia" gastronomia, perché avrebbe sia l'interno come "take away" sia l'esterno con buffet su tavoli per i clienti.
Alberto ed Ezio, insieme avete anche scritto un libro, intitolato "Scoprirsi down"
(Risponde Ezio) Sì, abbiamo pubblicato un libro dal titolo Scoprirsi down, scritto a quattro mani da me e da Alberto. Questo testo racconta la vita di Alberto ed è lui stesso che la racconta.
Ci mettiamo un pò a nudo, nel senso che offriamo ai lettori la nostra esperienza.
Abbiamo scelto di realizzare il libro soprattutto per dare una speranza alle persone che hanno o avranno un contatto diretto con la disabilità, tentando di far capire che si può affrontare, soprattutto oggi, senza essere degli eroi, con buonissime possibilità di inclusione. A patto di educare e di cercare di sviluppare al massimo le potenzialità della persona disabile, senza pietismo.
Alberto, c'è un oggetto al quale sei particolarmente legato?
È il pallone da pallavolo! Quando avevo quattro anni, ho cominciato ad apprendere i segreti della pallavolo grazie ad una persona, "il gigante buono", come noi lo definiamo. Si chiama Lorenzo Cavallini ed è grazie a lui che ho cominciato ad imparare a giocare a pallavolo e ad apprendere i segreti della pallavolo.
Da genitore a genitore
Il nostro messaggio è rivolto a tutte le persone che hanno contatto con la disabilità. Affrontiamo la disabilità con coraggio con sensibilità, senza sconti. Soprattutto, con un obiettivo: quello di sviluppare tutte le potenzialità che hanno queste persone, i nostri figli e soprattutto con il fine di una inclusione, che oggi, molto più di ieri, ha delle ottime possibilità di concretizzarsi e di garantire una qualità di vita notevole ai nostri ragazzi.