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"Nella nostra società c'è un problema ENORME con la maternità"

di Monica De Chirico - 26.01.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Le questioni sociali del caso Pertini. Le riflessioni della scrittrice Licia Troisi sull'essere mamma nella nostra società

In questo articolo

Il caso del Pertini ha scosso l'opione pubblica. E in questi giorni sono stati in molti a manifestare il loro pensiero sui social. C'è chi ha raccontato la propria esperienza post parto, chi ha fatto partire delle campagne contro la violenza ostetrica e chi semplicemente ha voluto esprimere il proprio punto di vista. La redazione di Nostrofiglio ha raccolto i racconti dei genitori in questo articolo dal titolo "Potevo essere io, i racconti" 

"Potevo essere io", "Poteva succedere a me", "Anche io mi sono addormentata in ospedale con in braccio mio figlio", "Ero stanchissima", "Ero stremata", "Mi sono addormantata anche io", "Anche io avevo chiesto aiuto e non mi hanno portato il bambino al nido". Questi e tanti altri i post di mamme e anche papà sui social che esprimono solidarietà per i genitori del bimbo di tre giorni morto all'Ospedale Pertini di Roma, dopo che era stato allattato dalla sua mamma.

La mia riflessione è che una mamma deve, troppo spesso, non solo prepararsi a un cambiamento importante nella sua vita, ma anche subire un carico di idee preconcette che aumentano la sua ansia e le sue paure. Ha sulle spalle il peso di un'idea di maternità che è artificiale, fittizia, e costruita su parametri che sono quelli di una società che ormai ha fatto della perfezione e dell'apparenza, il suo credo. Se sei mamma devi raccontare al mondo, preferibilmente anche sui social (altrimenti non sei credibile) che è bellissimo diventare mamma, che è fantastica la gravidanza, che devi essere felice a tutti i costi dopo che hai partorito. Devi sapere come allattare, e se non lo sai fare devi informarti, leggere almeno 10 libri sull'argomento, pagare una consulente, o guardarti qualche reel dove vengono dettate le regole per essere una buona mamma. E se decidi di non farlo, se decidi di fare a modo tuo e rispettare la tua natura e il tuo modo di essere? Sicuramente non sarai una brava mamma! E soprattutto non puoi essere stanca, non puoi addormentarti con tuo figlio in braccio dopo un travaglio di tot ore, non puoi chiedere aiuto.

E dopo aver partorito non puoi permetterti di essere triste, di voler stare un po' da sola, o di avere i tuoi tempi per adattarti al cambiamento. Una mamma deve essere perfetta, infallibile e salvare le apparenze. 

Tutti questi DEVI o non DEVI sono spesso tra le cause di depressioni post parto, ansie, senso di inadeguatezza, malessere e nel peggiore dei casi si arriva a delle tragedie, come il caso della mamma e del neonato morto all'ospedale Pertini.

Una mamma prima di tutto è una donna, un essere umano non perfetto, e fallibile. Non si nasce mamma, non si ha un bugiardino a disposizione o un regolamento perfetto da seguire. Così come ogni bambino è a sé, anche ogni mamma è una donna che impara, sbagliando, a essere mamma. Ognuno ha un suo modo di essere madre e va rispettato e non giudicato. Una donna che è diventata mamma va ascoltata e aiutata quando lo chiede, ma anche quando non riesce a chiederlo ed è evidente che lo sta facendo. Ma per quello c'è bisogno di attivare un po' della nostra sensibilità e capacità di ascoltare anche nei silenzi. 

Vi riporto le parole di Licia Troisi, scrittrice italiana e astrofisica, che ammiro e stimo molto, e che ho avuto il piacere di frequentare durante i miei cinque anni di liceo classico. Lei che ha saputo esprimere questo concetto molto meglio di me.

La riflessione di Licia Troisi

Il caso del Pertini sta portando alla luce un problema del quale le madri discutono da anni, ma, finché non ci scappa il morto, è difficile che quel dibattito arrivi a chi madre non è.
Non mi soffermerò sui problemi della sanità italiana - che ci sono, sono gravi, e hanno giocato un ruolo importante in questa storia - semplicemente perché non li conosco e non mi sento titolata a parlarne. Mi concentrerò invece sulle questioni sociali.
 
Nella nostra società c'è un problema ENORME con la maternità, che, secondo me - ma è una mera opinione - contribuisce anche alla scarsa fertilità italiana. Ed è duplice: da un lato sono venute meno tutte quelle reti sociali che facevano sì che una neomadre non venisse lasciata sola. Sì, le nonne, magari anche le amiche, le sorelle, le cognate. Gente che nei decenni passati, pur con tutti i limiti di quel modello di famiglia là, aiutavano ad alleggerire il peso, pesantissimo, dei primi giorni con unə neonatə. Crescere unə bambinə era un affare collettivo - ripeto, con tutte le distorsioni del caso - e questo aiutava.
 

Maternità edulcorata e pesantemente normata

Dall'altro lato, la maternità viene al tempo stesso edulcorata e pesantemente normata.

Non è più un'esperienza esistenziale come le altre, certo totalizzante, certo che ti cambia la vita, ma come succede con tanti fatti dell'esistenza, ma una specie di eroico destino. Le virtù della Madre in senso metafisico, che è potente perché dà la vita, che automaticamente ha qualcosa in più rispetto alla donna non madre. E, spiace dirlo, è una narrazione che hanno sposato anche certi femminismi. Per questo, c'è UN solo modo di essere madre, e passa per il sacrificio. Diventi madre, e automaticamente non sei più persona, sei questo essere perfetto totalmente devoto alla prole. Un sacco di pratiche della puericultura moderna te lo ricordano: il cosleeping, per cui il tuo letto non è più tuo, ma dellə neonatə; l'allattamento a richiesta, per cui anche il tuo corpo è solo un'appendice dellə piccolə. E non sto dicendo che, se una lo vuole fare, non abbia tutti i diritti di farlo. Ma ti vengono presentate come l'unica alternativa. Non dormi con tuə figliə? Gli stai causando dei traumi. Non lə allatti al seno? Lə esponi alle malattie.

Tutta la vita di una neomadre è costella di “si deve” “non si deve”

Tutta la vita di una neomadre è costella di "si deve" "non si deve", per altro imposti spesso da altre donne.
Anche sul parto e il periodo immediatamente successivo non va meglio: il parto è, di nuovo, un'esperienza mistica, lo devi programmare, devi avere un "buon parto". Ma partorire in fin dei conti è solo il doloroso passaggio necessario ad avere unə figliə, e sarebbe bene dirlo, perché è un'esperienza dura, difficile, cui sarebbe bene arrivare psicologicamente preparate.
Una volta partorito, ti danno un libretto di istruzioni che ti spiegano in mezz'ora e via, tutti a casa. Io sono stata abbastanza fortunata, ma, per dire, nessuno mi aveva spiegato come si attacca unə bambinə al seno, né che l'allattamento, i primi giorni, causa i morsi uterini. La prima volta mi stavo spaventando, pensavo mi stesse succedendo qualcosa di brutto.

Se una madre non ce la fa, deve avere il diritto di tirarsi indietro senza che qualcuno la colpevolizzi

Ora, non sto qui a mettere in dubbio i vantaggi del cosleeping né dell'allattamento al seno. Ma se una madre non ce la fa, deve avere il diritto di tirarsi indietro senza che qualcuno la colpevolizzi. Prendersi il suo tempo per metabolizzare tanto il parto che l'idea della maternità, costruire lentamente un rapporto con lə figliə, che è pur sempre un essere umano che ti ritrovi improvvisamente nella tua vita, per quanto tu possa esserti preparata nei nove mesi precedenti. DIVENTARE madre, e a MODO TUO, perché, ehi, non c'è un solo modo perché non c'è un solo tipo di bambinə. Anche perché, scusate l'ingenuità, resto convinta che una madre imperfetta ma che riesce a trovare un proprio equilibrio e una propria serenità con l'esperienza della maternità sia meglio di una madre perfetta depressa, stressata, piena di sensi di colpa.
Ma tutto questo in Italia semplicemente non esiste. Ed è brutto che se ne parli solo grazie a una tragedia.

Licia ha aggiunto una sua riflessione sulla violenza ostetrica.

Potete leggerla qui

Chi è Licia Troisi?

Felicia Troisi (ama farsi chiamare Licia) è una scrittrice, astrofisica e divulgatrice scientifica italiana. Autrice delle serie fantasy ambientate nel Mondo Emerso e di altre opere quali La ragazza dragoI regni di NashiraPandora e La saga del Dominio, nonché di saggi di divulgazione di astrofisica, materia nella quale è laureata. Dal 2018 al 2022 è stata presentatrice del programma Terza Pagina, rubrica di approfondimento culturale su Rai 5.

E' mamma di Irene, nata del 2009, ama molto la musica, specialmente rock e classica, legge moltissimo e le piace il cinema. Se volete saperne di più, vi consigliamo di curiosare nel suo sito ->> Licia Troisi e leggere i suoi libri.

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