Il tema è molto delicato e coinvolge un numero preoccupante di donne. Da una recente indagine promossa dal Ministero della salute e coordinato dal Dipartimento di psicologia dinamico-clinica della Sapienza di Roma - come racconta lo stesso Ammaniti - è risultato che il 13,5% delle donne intervistate presenta un rischio depressivo, ossia un'alterazione dell'umore con uno stato di prostrazione, pensieri negativi, facilità al pianto, idee di suicidio, disturbi del sonno e dell'alimentazione.
Il Progetto nazionale per la depressione ha tentato di delineare alcuni interventi per aiutare madri e bambini in difficoltà, sperimentandoli sul campo. "Non si tratta di utilizzare gli psicofarmaci - avverte Ammaniti - anche se in qualche situazione possono aiutare a migliorare il tono dell'umore, quanto piuttosto sostenere le donne fin dalla gravidanza e nei primi mesi dopo la nascita del bambino".

Sono stati messi in atto, ad esempio, interventi di home visiting (sostegno domiciliare), che aiutano le donne in difficoltà a diventare più capaci di interagire con il figlio e a comprenderne meglio il comportamento.
Il Progetto ha confermato che un sostegno alle madri nel corso del primo anno di vita del figlio migliora senz'altro la sensibilità delle madri e le capacità di prendersi cura del figlio, influendo positivamente sul suo sviluppo.