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Mio figlio in ospedale: un incubo che non auguro a nessuna mamma

di Sara Sirtori - 03.09.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La toccante storia di Samantha e Loris, suo figlio, che a soli 13 mesi è stato ricoverato in ospedale a causa del rotavirus. E' stato un momento doloroso e angosciante che ha segnato profondamente questa mamma.

Tutto è cominciato 5 anni fa. Mio figlio aveva appena 13 mesi e aveva dei sintomi che io avevo pensato fossero riconducibili all’acetone. Invece, lo portammo in ospedale perché continuava ad avere vomito e gastroenterite. Così, gli hanno fatto subito le prove del rotavirus, al quale è risultato positivo.

Che cosa è il rotavirus
Il rotavirus è un gruppo di virus che provoca vomito e diarrea.
Non esiste un farmaco specifico per il rotavirus. La cura prevede di reidratare il bambino per bocca.

Ricovero immediato. Ci hanno assegnato una stanza con un lettino e una branda per me. Mi hanno consegnato una siringa e un foglio su cui avrei dovuto annotare tutte le volte che gli somministravo delle gocce di acqua con una soluzione per poterlo reidratare. Se, prima e dopo la somministrazione di questa soluzione il bambino avesse avuto dei sintomi, avrei dovuto annotare quanti al giorno e in che orario.

I giorni sono passati nello strazio più assoluto. Quando poi in ospedale lui mi chiedeva l’acqua non gliela potevo dare, non come avrebbe voluto lui, quindi mi sentivo veramente uno straccio.

E’ una sensazione che ogni madre non dovrebbe mai vivere.

I giorni sono passati, per fortuna lui piano piano si è ripreso, ma di conseguenza mi sono ammalata io, quindi il ricovero si è prolungato.

In mio soccorso, per fortuna, sono arrivati i miei "angeli", mia mamma e mia sorella, che mi hanno aiutato tantissimo perché, avendo io gli stessi sintomi, non potevo badare adeguatamente al bambino durante il ricovero.

Fortunatamente, dopo una decina di giorni ci hanno dimessi e siamo tornati finalmente a casa.

Poi è nata la mia seconda bambina, Erin, e quando in sede di vaccinazione il dottore mi ha consigliato di fare il rotavirus, mi è riaffiorato immediatamente il ricordo della storia di mio figlio, dell’angoscia che ho vissuto in quei giorni.

E non ho esitato a vaccinarla, anche se ogni volta che inizialmente mia figlia aveva un rigurgito dopo l’allattamento, avevo il terrore che potesse essere nuovamente il rotavirus.

In tutta questa storia che mi ha parecchio segnata, porto tre ricordi importanti per me.

I primi sono questi 2 pupazzini che mio figlio, ovunque andasse doveva per forza portare con sé: Coccolo e Luminù, così li chiamava lui.

Il secondo ricordo di questa storia è questa mascherina perché se le persone che mi sono venute a trovare, mia mamma e mia sorella, l’avessero indossata, forse non si sarebbero ammalate anche loro.

Terzo ricordo: la foto di mio figlio sdraiato a pancia in giù sul lettino, con le occhiaie nere e i suoi ricciolini biondi. Sempre stanco, debilitato, non aveva neanche la forza di alzarsi e mettersi seduto. Scusatemi, ma quella foto è talmente personale che la tengo per me.

Da mamma a mamma vorrei semplicemente consigliare di seguire il vostro istinto, perché soltanto una mamma conosce alla perfezione il proprio bambino.

Guarda il video con la storia di Samantha

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